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I VITICOLTORI SICILIANI IN RIVOLTA COME QUELLI PUGLIESI: UVA A PREZZI TROPPO BASSI E I TRATTORI PARALIZZANO IL TRAFFICO DI PALERMO

Traffico bloccato nel centro e nella circonvallazione di Palermo a causa della protesta dei viticoltori siciliani, che da tutte le parti dell'isola sono giunti nel capoluogo per manifestare contro la crisi del comparto vitivinicolo. Sono molte le aziende siciliane che producono uva da vino a rischio di collasso, perché incapaci di ammortizzare i recenti investimenti, per centinaia di migliaia di euro, effettuati per reimpiantare vitigni innovativi, come chardonnay e cabernet, seguendo le politiche di programmazione regionale. Il prezzo di vendita promesso dall’amministrazione era di 90 centesimi al chilo di uva, invece dei 20 per i trebbiani, il che ha indotto i viticoltori siciliani ad aumentare la produzione di quelle uve. Il risultato, complice l’attuale crisi diffusa del mercato del vino, è stato un surplus che ha fatto abbassare vorticosamente il prezzo di vendita delle uve. A contribuire alla pesantissima situazione, anche l'introduzione di uve provenienti dall’estero, in barba alla legge introdotta quest’anno sulla tracciabilità, vendute anche a 10 centesimi al chilo, ulteriore elemento di destabilizzazione per il mercato delle uve siciliane, che rischiano di non essere più competitive. Ma l’attuale crisi è figlia anche della politica delle cosiddette "anticipazioni", che per anni ha permesso ai produttori di vendere l'uva alle cantine a un prezzo stabilito, grazie ai contributi regionali a fondo perduto. Da quando sono venuti a mancare questi fondi, le cantine sociali si sono rivolte alle banche, attualmente creditrici di grosse somme e non più disposte al prestito. Oggi nessun prezzo è stato fissato e c’è il rischio concreto di una perdita finanziaria generalizzata. Il contributo regionale per far uscire cantine e produttori dalla crisi, fissato a 1,5 euro al quintale d'uva, secondo i viticoltori siciliani non è neanche lontanamente sufficiente. I viticoltori siciliani richiedono pertanto un concreto intervento della Regione, che deve farsi carico della crisi oppure esiste il rischio che molte aziende chiuderanno. Già pronta una delegazione che chiederà di incontrare il presidente Guido Lo Porto, i capigruppo parlamentari, e il presidente della Regione Salvatore Cuffaro, mentre l'Ars esaminerà la crisi dell'agricoltura siciliana, e in particolare quella del settore vitivinicolo.

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