Il naso del Bianco 2019 prodotto sulle falde dell’Etna da Idda, ha profumi molteplici che spaziano dal pompelmo alla susina, dal gelsomino alla zagara, dalla resina alla nocciola. Fresco e articolato il sorso, soprattutto saporito e vivace, dal finale persistente dove si ripropongono gli agrumi e un tocco fumè. Alle falde del vulcano è in atto un fermento, è proprio il caso di dirlo, che dura ormai da un ventennio e che ruota attorno ad una riscoperta. Merito delle cantine locali, evidentemente, ma anche, e forse con un tempismo più precoce, di tanti produttori provenienti da molte delle regioni storiche dell’enologia nazionale. Ultimo di questa serie, probabilmente ancora non esaurita, niente di meno che Angleo Gaja il quale, insieme al già affermato vigneron etneo Alberto Aiello Graci, ha dato vita al progetto enologico Idda. Idda significa in siciliano “Lei”, perché al contrario di come si pensa, in Sicilia il vulcano è “a muntagna”, alla quale il mito attribuisce una natura femminile e capricciosa, ma anche materna e protettiva. In questo senso Idda è prima di tutto sicilianità enoica, che si focalizza sul Carricante (ma, naturalmente c’è anche il Nerello), puntando sul versante sud-ovest del vulcano, il lato “controcorrente” dell’Etna. Oggi il progetto, partito nel 2016, conta su 20 ettari di vigneti ubicati tra i 600 e gli 800 metri di altezza, nei comuni di Belpasso e di Biancavilla.
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