L’azienda che sorge a Montefiridolfi, non lontano da San Casciano Val di Pesa, è stata creata nel 1999 dalla famiglia Cavallini. Conta su 30 ettari a vigneto, condotti, oggi, a biologico e biodinamico ed ha alle spalle una storia, benché non lunghissima, significativa. Siamo agli inizi del nuovo Millennio e, seppure si tratti di meno di un ventennio fa, sembra che sia passato un secolo. L’azienda all’epoca produceva Chianti Classico, confezionato però in bottiglie borgognotte (forse a sottolineare un modello enologico, allora molto distante dalla Toscana) invece che nelle classiche bordolesi (questo elemento, successivamente, ebbe una qualche responsabilità nel far mutare la produzione di questa realtà verso la sola tipologia ad Igt). Ma soprattutto in chiave stilistica, Il Borghetto segnò decisamente una specie di frattura con quello che al tempo era il paradigma del Chianti Classico. Annate come la 2005, solo per fare un esempio, si distinguevano per una timbrica suggestiva e sottile, in cui ad emergere era un’anima del Sangiovese gentile e sfumata. Dopo un periodo di oblio, in cui l’azienda è come scomparsa dal panorama enoico chiantigiano, ecco di nuovo ad emergere i vini de Il Borghetto, diciamo in tempi più propizi per la loro cifra. Il Bilaccio 2015, affinato per 18 mesi in barrique, ha naso fine di piccoli frutti rossi e spezie, bocca fragrante e di bella dolcezza tannica.
(Franco Pallini)
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