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IL COLLIO ABBRACCIA LA RICERCA: GIÀ TRE PRESTIGIOSE AZIENDE (VENICA, MARCO FELLUGA E LIVIO FELLUGA) TRA I SOSTENITORI DEL “PROGETTO GENOMA DELLA VITE” DELL’UNIVERSITÀ DI UDINE

Il Consorzio del Collio dà più ampio consenso ad uno dei progetti di punta del Parco scientifico e tecnologico “Luigi Danieli” dell’Università di Udine: la creazione di una mappa del genoma della vite (tra i più complessi in natura), i cui risultati avranno conseguenze positive sull'ambiente e sulla qualità delle viti.

“Senza ricerca non c’è innovazione. I nostri vini hanno basato le loro fortune su territorio e tradizione, comunicare questo messaggio è stato un grande impegno preso in questi anni ed è oggi il valore aggiunto del Collio. Su questa strada - spiega Paolo Bianchi, direttore del Consorzio Collio - oggi si sono incamminati tutti i produttori di ogni denominazione italiana e, puntare solo su questo non basta più per emergere. Pensando al futuro: solo la ricerca scientifica può darci la risposta indagando sull’origine della vite e sperimentando nuove vie. Questo investimento nel futuro non è un problema esclusivo delle istituzioni e delle università. E’ un tema che tocca direttamente anche noi vignaioli. Solo una visione strategia più ampia e una flessibilità operativa e decisionale adeguata a finanziare progetti di grande portata innovativa come questo, possono fare la differenza”.

Tant’è vero che al progetto dell’Ateneo di Udine hanno dato già il loro sostegno finanziario tre prestigiose aziende; da apripista nel mondo della viticoltura friulana faranno la Venica & Venica, la Marco Felluga e la Livio Felluga, cantine che hanno rappresentato e rappresentano l'anima del Friuli Venezia Giulia.

Il progetto di sequenziamento del genoma ha valenza internazionale è può portare infatti importanti ricadute su tutto il territorio friulano e le sue aziende vitivinicole. “In qualità di direttore del Consorzio Collio garantisco il nostro sostegno al progetto di sequenziamento del dna della vite e alla creazione di un istituto di ricerca di genomica delle piante - sottolinea Paolo Bianchi - impegnandoci a mettere a conoscenza tutti i nostri soci degli obiettivi della ricerca e delle ricadute che i suoi risultati potrebbero avere per le aziende stesse traducendo tali conoscenze in applicazioni pratiche con benefici per l’agricoltura e l’ambiente. Ad esempio si potrebbero ottenere la caratterizzazione dei vitigni autoctoni o produrre varietà, non ogm, resistenti agli agenti patogeni utilizzando tecniche di miglioramento genetico per incrocio e selezione rese molto più efficaci dalle conoscenze molecolari acquisite”.

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