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Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, vertice qualitativo del mondo Prosecco, punta sempre più sulla sostenibilità. I dati diffusi nella pubblicazione del Protocollo Viticolo n. 8. Dal 2019, Glifosate bandito nei 15 Comuni della Docg

Italia
Il Vigneto Le Rive in Conegliano e Valdobbiadene

Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, vertice qualitativo del mondo Prosecco, punta sempre più sulla sostenibilità. Crescono del 26% le aziende impegnate nel riutilizzo delle acque di cantina ai fini della fertirrigazione dei vigneti (+26%) e di altre pratiche eco-sostenibili, e sempre più realtà investono anche su un packaging ecosostenibile, con il 73% delle bottiglie Docg confezionate con vetro alleggerito o riciclato, il 36% è tappato con capsule che utilizzano vernici ad acqua, e si provvede al riciclo di tappi e altri materiali, nel 22% dei casi vengono utilizzate etichette ultrasottili e prodotte con carta certificata dal “Forest Stewardship Council”, e ancora, il 48% del prodotto viaggia con cartoni e imballaggi biodegradabili, leggeri e poco ingombranti. E, soprattutto, dal 2019, in tutti i Comuni della denominazione sarà bandito il Glifosate.
Sono solo alcuni dei dati diffusi dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, nella pubblicazione del Protocollo Viticolo n. 8, che “da anni è il perno dell’attività di sostenibilità del Consorzio, a cui sono associate fondamentali azioni delle imprese del territorio che dimostrano l’interesse diffuso verso la tutela dell’ambiente e della società in cui operano. La sinergia tra azioni del Consorzio, come il Protocollo, e azioni delle singole imprese tracciano una via più chiara e significativa verso l’Agenda 2020. Infatti lo sforzo delle aziende, considerata la vicinanza geografica fra loro, consentirà al sistema del Conegliano Valdobbiadene Docgdi dare un importante contributo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo intelligente, inclusivo e sostenibile fissati dalla Strategia Europa 2020 (Agenda 2020)”.
L’obiettivo del Protocollo, dal suo esordio, ricorda il Consorzio, è eliminare progressivamente pratiche e molecole considerate troppo impattanti per l’ambiente e promuovere invece forme di agricoltura meno invasive possibili. La pubblicazione del Protocollo e la sua diffusione tra le 178 aziende che aderiscono al Consorzio di Tutela ha contribuito a diffondere negli anni i temi di sostenibilità agronomica tra gli agricoltori del territorio.
“Risale al 2013 l’esclusione di tutte le formulazioni contenenti prodotti a base Folpet, Mancozeb, Dithianon, e diverse altre sostanze, come accaduto successivamente nel 2016. Con questa edizione, oltre a ribadire la recente decisione dei 15 comuni della Denominazione di eliminare il Glifosate dal 1 gennaio 2019, si sottolinea la necessità della lotta integrata e se ne forniscono gli strumenti per attuarla”, spiega il Consorzio guidato da Innocente Nardi.
“L’agricoltura sostenibile infatti non può basarsi solo sull’eliminazione di alcune sostanze chimiche ma necessariamente sulla lotta integrata, e sulla consapevolezza che l’analisi costante della situazione agronomica sia lo strumento fondamentale per un’agricoltura efficace e il più sostenibile possibile. Il Protocollo Viticolo ha l’obiettivo di mettere l’agricoltore nelle condizioni di utilizzare i vari metodi di gestione del vigneto, che siano chimici oppure biologici in base alle reali esigenze della vite e del campo in ogni momento. Per fare questo esistono strumenti tecnici e tecnologici di raccolta dati che fotografano costantemente la situazione del vigneto. Situazione che è trasmessa dal Consorzio ai viticoltori perché scelgano l’azione più adatta da operare in campo al più basso impatto ambientale”.
Tante le azioni di sostenibilità messe in vigna dalle aziende, secondo il monitoraggio del Cirve. Innanzitutto, 69 su 178, promuovono interventi di sistemazione idraulico-agraria del terreno e azioni volte alla preservazione degli elementi di pregio del paesaggio vitivinicolo. Questo cambiamento è stato accompagnato dall’incremento del numero di interventi di restauro e mantenimento del patrimonio architettonico locale (+31% rispetto al 2011), vedendo la partecipazione di 48 imprese Docg.
Di particolare interesse è il dato sulla piantumazione in prossimità dei vigneti di nuove formazioni di alberi ed essenze arbustive volte ad arricchire la biodiversità del paesaggio e dell’ecosistema viticolo, (pari al 27%).
Questi nuovi investimenti hanno portato anche all’impianto di siepi, che esercitano, oltre al ruolo di mitigazione della deriva dei prodotti antiparassitari, un maggior livello di tutela del paesaggio e di riserva dell’entomofauna utile.
Sul fronte degli investimenti in risorse energetiche rinnovabili, nel 2016 sono stati affrontati da 84 aziende spumantistiche, pari a un aumento del 30% nel periodo analizzato (2011-2016). Gli investimenti nelle altre fonti energetiche rinnovabili (che comprendono, ad esempio, quelli in centrali idroelettriche, solare termico, ecc.) hanno risparmiato all’ambiente circostante l’emissione di alcune migliaia di tonnellate di anidride carbonica .
Ancora, l’81% delle cantine, adottano metodi di riciclo dei materiali di scarto della produzione in vigneto. Al 2016, il 90% riutilizza i sottoprodotti della trasformazione dell’uva (raspi, vinacce, fecce) in vigneto come ammendanti nella fertilizzazione del terreno, fornendo così un contributo al mantenimento della sua peculiare natura. I sarmenti sono utilizzati per finalità energetiche nel 20% delle cantine, mentre nel 15% sono utilizzati per l’ottenimento di compost in combinazione con vinacce.

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