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IL GRUPPO ITALIANO VINI (GIV) VERSO LA QUOTAZIONE IN BORSA: PRIMO PASSO LA TRASFORMAZIONE IN SPA

E’ il maggior consorzio vitivinicolo italiano (ha venduto 71 milioni di bottiglie nel 2002, con un fatturato consolidato di 246 milioni di euro): ora il Giv, Gruppo Italiano Vini, si prepara ad andare in Borsa. La proposta è stata lanciata dal presidente Rolando Chiossi e dall’amministratore delegato Emilio Pedron, ed è stata accolta favorevolmente dall’assemblea dei soci, riunita in questi giorni per l’approvazione del bilancio: primo obiettivo è la trasformazione da cooperativa in società per azioni. Al gruppo di Calmasino (Verona) fanno capo un totale di 14 società, divise tra Italia ed estero: nei piani del management chi controlla adesso il 100% delle quote sociali (Cantine Riunite, Civ&Civ, Cevico, Chiantigiane, Mezzacorona, Cantina Sociale di Soave) anche dopo la cessione delle quote dovrà, comunque, avere la maggioranza assoluta, stimata tra il 60/70%. Il resto verrà, almeno all’inizio, ceduto a uno o più soci finanziari in grado di accompagnare il Gruppo Italiano Vini verso Piazza Affari. “La Borsa - ha sottolineato Chiossi a “Il Sole 24Ore” - è certo nei nostri piani, ma non abbiamo né voglia, né necessità di correre”. Continua, invece, la marcia del gruppo, che, con la sua capogruppo Giv Italia, ha fatturato 161 milioni di euro (+ 8%) ed una forte crescita delle vendite in Italia (che rappresentano oltre il 27% del totale). L'export rimane determinante: il 73% del fatturato complessivo è realizzato in 65 Paesi e con una rete di 300 importatori.

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