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IL MERCATO DEL VINO VUOLE QUALITA’ … MA ANCHE IL GIUSTO PREZZO. EFFETTO SOSTITUZIONE IN QUALCHE MERCATO E VOLA LA BOTTIGLIA “PIU’ LEGGERA”

Italia
Acquisto di vino ... qualità ma anche prezzo

Il mercato tedesco in affanno predilige etichette di prezzo più basso: al bando l’alta qualità, l’economia non brilla ed in Germania si opta per la bottiglia “più leggera”: può essere questa la sensazione percepita tra i vignaioli a Vinitaly, dove hanno preso atto una volta per tutte dell’arretramento del mercato tedesco, lo sbocco preferito di numerosi produzioni italiane. Mentre giungono buone conferme dagli Stati Uniti, la Svizzera, l’Austria, i Paesi del Nord Europa ma anche dai mercati emergenti come quello asiatico o dell’Europa dell’Est, la locomotiva tedesca perde colpi e punta al ribasso. “Basti pensare - sottolinea il trentino Fausto Peratoner (Cantina La Vis), una delle realtà cooperative più importanti del Trentino e d’Italia - che, in Germania, gran parte dei vini è venduto nei discount per un prezzo non superiore ai 2 euro. La realtà è cambiata dobbiamo prenderne atto e ricalibrare la mira”.

Dello stesso avviso anche il toscano Francesco Mazzei (Castello di Fonterutoli), una delle griffes del made in Italy nel mondo, che, pur non lamentando affatto problemi di affari, sottolinea che “è necessario porre molta attenzione al rapporto tra qualità-prezzo. Restiamo ottimisti, ma il mondo del vino è molto cambiato ed i consumatori sono diventati più accorti ed attenti alle spese. Saranno anni tosti - conclude - ma che offriranno anche molte opportunità”. Da qui l’invito a contenere le politiche dei prezzi del vino per non correre il rischio di andare fuori mercato, dandola così vinta agli insidiosi vini australiani o californiani che solerte vengono venduti a prezzi decisamente “concorrenziali”, pur sgarrando in gusto e qualità. “Eppure - sottolinea Sergio Zingarelli (Rocca delle Macie), una delle aziende più grandi del Chianti Classico - nei mercati, ed in particolare sul versante americano, c’è ancora molto spazio per i nostri vini, soprattutto nella fascia medio-alta. Certo negli ultimi anni qualcuno ha sbagliato ed adesso sta pagando l’aumento dei prezzi. Ma oggi è ancora possibile per i nostri clienti bere del buon vino senza spendere troppo. Chiaramente serve un forte impegno per stare sul mercato e raggiungere buoni risultati”.

“Certo la sensazione è che ci sono mercati in cui molti sono alla ricerca di vino a basso prezzo - sottolinea Francesca Planeta - anche in Giappone si avverte qualche sintomo generalizzato di rallentamento; dal nostro punto di vista, grandi risultati li stiamo osservando sul mercato americano. Un dato positivo che ci ripaga dei grandi investimenti che stiamo effettuando”. L’azienda siciliana produce oltre 1,3 milione di bottiglie e le previsioni sono quelle di giungere a raddoppiare questo risultato nel lungo periodo.

Chi non sembra essersi accorto del rallentamento tedesco è il veneto Bisol, la griffe più conosciuta del Prosecco italiano: “siamo una realtà particolare perché produciamo in un settore di nicchia come quello del Prosecco, ma il nostro successo sui mercati è consolidato e nonostante le crisi siamo in forte crescita, basti pensare – spiega Gianluca Bisol - che nel 2002 abbiamo triplicato le vendite verso l’America. E, addirittura, sul Giappone siamo arrivati a quintuplicare il prodotto esportato”.

Leonardo Roselli

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