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IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE GIANNI ALEMANNO OGGI A VERONA: “PROPORRO' CHE IN FUTURO SIANO LE REGIONI AD OCCUPARSI DEI CONTROLLI IN CAMPO VINICOLO”

Italia

“Ci sono centinaia di migliaia di casi di bottiglie di vino truffa o falsificate, da tempo i Nas e la Repressione Frodi non fanno altro che correre dietro a questo fenomeno’’. Lo ha detto, oggi, a Verona, il ministro per le Politiche Agricole Gianni Alemanno. Alemanno ha poi aggiunto che “per questo motivo i controlli nel mondo del vino assumono un’importanza sempre più grande e al prossimo tavolo di filiera del settore e all’incontro con gli assessori regionali”, in programma a Roma il 14 marzo, “proporrò che in futuro siano le stesse regioni a occuparsi dei controlli in campo vinicolo”.
Una proposta salutata con interesse da operatori e esperti come Giampietro Comolli, manager operante nel mondo del vino da oltre 25 anni secondo cui “penso sia un aspetto positivo, soprattutto se pensiamo che in alcune regioni vi sono da 5 a 30 Doc e il numero di controlli è altissimo. Certo - aggiunge Comolli - servono indicazioni chiare da Roma per non aggiungere ulteriore burocrazia e snellire le pratiche attraverso poche e semplici regole. Una autogestione delle Regioni in materia di controlli inoltre può essere cosa utile se le stesse regioni diventano, insieme ai comitati vino regionali, i referenti in materia per lo stesso Ministero”.
Secondo Comolli rimane da capire “il ruolo dei Consorzi che sono strumenti utili per il nostro mondo del vino, ma talvolta hanno creato anche dei problemi. In particolare occorre comprendere una volta per tutte quale sia il compito dei consorzi. La tutela e la valorizzazione sono due azioni distinte per i consorzi, che richiedono due anime diverse all’interno dello stesso consorzio’’.
Da qui la proposta del manager vinicolo ‘’ perché non pensare allora a due realtà, la legge 164 prevede addirittura fino a un massimo di tre consorzi per ogni denominazione, con due regolamenti diversi e differenti compiti. Del resto se in alcuni territori sono nati nuovi consorzi, vuol dire che l’erga omnes non è ben voluto da tutti’’.
Da Comolli è poi giunta la proposta di lavorare in maniera differente sulle denominazioni “in futuro serve maggiore chiarezza tra Doc e Docg o tante vale unificare il tutto. Se Docg rappresenta un’eccellenza in più allora dobbiamo prendere spunto da Bordeaux e inserire all’interno dei disciplinari la regola che se uno vende vino sotto certa soglia prezzo, perde la denominazione. Per questo - conclude Comolli - i controlli sono un fattore sempre più importante, non lasciamo il vino da solo”.

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