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IL PROFESSOR FABIO TAITI (CENSIS): GRAVE RISCHIO PER LE AZIENDE VITIVINICOLE ITALIANE. LA LORO POLVERIZZAZIONE NE PENALIZZA LA FORZA COMPETITIVA E LE RENDE FACILMENTE ACQUISTABILI DALLE GRANDI MULTINAZIONALI DEL VINO

Italia
Un'antica cantina

L'estrema polverizzazione che contraddistingue inequivocabilmente il sistema delle imprese vitivinicole italiane indebolisce pesantemente la forza competitiva di questo prezioso comparto produttivo all'interno di un sempre più complicato e agguerrito mercato del vino globalizzato e espone le aziende stesse alle mire espansionistiche dei grandi gruppi internazionali del "food and beverage", che potrebbero agevolmente comprare le nostre piccole e medie aziende, come è accaduto per la moda e per l'industria automobilistica. Questo rischio è segnalato da Fabio Taiti, presidente del Censis Servizi e attento osservatore delle dinamiche del mondo del vino, e sarà uno degli elementi di discussione più importanti nel prossimo Salone del Vino di Torino (dal 14 al 17 novembre).
Secondo Taiti, "non è ancora chiaro per tutti che il punto di vera crisi per il mondo del vino nostrano, non risiede "nella cantina" ma sta piuttosto nel mercato, cioè nelle modalità di permanenza competitiva in esso. Il mercato si sta ristrutturando, infatti, con dinamiche che interessano soprattutto i canali della grande distribuzione organizzata, proprio là dove, le nostre aziende vitivinicole si dimostrano meno attrezzate per condurre la durissima competizione internazionale.
Restano troppo poche le grandi aziende vitivinicole italiane e troppo numerose quelle medie e piccole, sostanzialmente di nicchia. Il che produce una eccessiva frammentazione che mette in serio pericolo i buoni, ma piccoli , produttori italiani - conclude il presidente del Censis Servizi - che rischiano di essere comprati in blocco dai grandi marchi internazionali".

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