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Il Veneto enoico chiude il bilancio 2017, con una vendemmia in calo del 15,46%, ma l’export (+6,4%) e le superfici bio mettono a segno un vero e proprio exploit, come emerge dai dati di Veneto Agricoltura. Sistema Prosecco al top


Il Veneto enoico chiude il bilancio 2017, con una vendemmia in calo del 15,46%, ma l’export (+6,4%) e le superfici bio mettono a segno un vero e proprio exploit, come emerge dai dati di Veneto Agricoltura, Regione Veneto e Avepa presentati oggi, che confermano il Veneto quarta potenza mondiale per export. La raccolta, alla fine, si è assestata sugli 11 milioni di quintali di uva, confermandosi in vetta tra le regioni italiane, segnando però un calo del -15,46% sul 2016. Di questi, ben 8,8 milioni di quintali (+9,31%) sono costituiti da uve a Denominazione d’Origine, a conferma dell’altissima qualità ormai raggiunta dal vigneto veneto. Quella del 2017, in Veneto come nel resto d’Italia e d’Europa, sarà dunque ricordata come una tra le vendemmie più scarse degli ultimi decenni, ma di buona qualità, e il vino prodotto farà volare ancora più in alto le esportazioni venete.


Come hanno ricordato i tecnici intervenuti agli Stati Generali del vino veneto, di scena nella cantina del Gruppo Collis, il Veneto vitivinicolo inteso per macrosistemi vede spadroneggiare il “Mondo Prosecco”, che da solo vale oltre 4,5 milioni di quintali di uva, pari al 51,33% di tutte le uve destinate alle produzioni dei vini a denominazione, seguito dal “Sistema Verona”, con quasi 2 milioni di quintali di uva (22,44% delle Do) suddiviso tra Valpolicella con 908 quintali di uva (10,3%), Soave (677 quintali; 7,67%), Bardolino (235 quintali; 2,66%) e Bianco di Custoza (159 quintali; 1,81%). Bene anche la denominazione “Delle Venezie”, new entry nella vendemmia 2017, che ha esordito con ben 1.356 quintali di uva.

Se consideriamo i volumi imbottigliati, per quanto riguarda le Docg, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco ha superato i 655.211 ettolitri, attestandosi saldamente in cima alla graduatoria; seguono a distanza l’Amarone (111.699 ettolitri; +4,3%), l’Asolo (80.064 ettolitri; +42%), il Colli Euganeo Fior d’Arancio (7.228 ettolitri; +4,9%), e via via tutti gli altri. Per quanto riguarda invece le Doc è ancora il Prosecco a farla da padrone con 3.297.718 ettolitri (+7%), seguito dal Soave (401.203 ettolitri; +9,1%), Valpolicella Ripasso (207.945 ettolitri; -0,1%), Bardolino, Valpolicella, Lugana, Valdadige.

Nel 2017, la superficie destinata a vigneto nel Veneto ha superato i 91.349 ettari, segnando un +4,7% rispetto all’anno precedente. Anche in questo caso, a dettar legge sono le province di Treviso con 38.625 ettari e Verona (28.887 ettari), a seguire Venezia (8.703 ettari), Vicenza (7.712 ettari), Padova (7.030 ettari), Rovigo (242 ettari) e Belluno (147 ettari). Le uve a bacca bianca (72%) hanno ormai surclassato quelle a bacca nera. Il numero di aziende vitivinicole nel Veneto è leggermente calato, attestandosi sui 29.670, ma il Veneto si conferma la quarta potenza mondiale in fatto di esportazioni: nei primi 9 mesi del 2017 ha segnato un +6,4% sullo stesso periodo del 2016, quando aveva superato i 2 miliardi di euro in valore (pari al 35,6% del totale nazionale); solo il Prosecco vale 549 milioni di euro (Regno Unito 38,6%; Stati Uniti 23,7%, Germania 5,3%).
Per quanto riguarda invece l’affermazione del vino biologico, un fenomeno in crescita costante, gli esperti di Veneto Agricoltura hanno ricordato che nella Regione la superficie bio ha segnato un +192% dal 2009 al 2016.
Info: www.venetoagricoltura.org

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