02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

“IL VINO ITALIANO È SICURO. E FA PARTE INTEGRANTE DELLA NOSTRA SANA TRADIZIONE ALIMENTARE DEL NOSTRO PAESE”. LO HA DETTO FRANCESCA MARTINI, SOTTOSEGRETARIO AL MINISTERO DELLA SALUTE

“Il vino italiano è sicuro. E fa parte integrante della nostra sana tradizione alimentare del nostro paese”. Lo ha detto, a Vinitaly, nel convegno Fedagri-Confcooperative “Il piacere del bere bene”, Francesca Martini, Sottosegretario al Ministero della Salute, che ha aggiunto: “il buon vino e il bere bene non fanno male alla salute. Sono altre le cose che fanno male, come le contraffazioni e le imitazioni che creano pesanti danni economici alle nostre imprese”.

Bere bene quindi si può. Un buon bicchiere di vino consumato durante i pasti è tollerato dal nostro organismo e ha un basso rischio sulla nostra salute. Ma le giovani generazioni sembrano ignorarlo, e tendono a preferire nuovi modelli di consumo di alcool, in prevalenza lontano dai pasti. Se cambiano le buone abitudini, cresce però il pericolo per le salute, tanto che oggi in Italia sono 1,5 milione i giovani a rischio per abuso di alcool e superalcolici.

Secondo i dati dell’Osservatorio sull’alcool dell’Istituto Superiore di Sanità, tra i settantamila alcool-dipendenti in cura presso il Servizio Sanitario Nazionale, l’1% circa ha una età inferiore ai 19 anni e il 10 % ha un’età compresa tra 19 e 29 anni. E se l’alcol alla guida in Italia è la prima causa di morte tra i giovani (2.800 morti all’anno), le statistiche rilevano come siano proprio i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni quelli per i quali è più elevato il rischio di determinare o subire un incidente.

Allarme alcool tra i giovani quindi? Il fenomeno è in buona parte riconducibile al diffondersi di modelli culturali differenti. “Il consumo e l’abuso di alcol fra i giovani e gli adolescenti è un fenomeno preoccupante e in forte crescita sia a livello internazionale che nazionale - ha dichiarato Emanuele Scafato, direttore Osservatorio Nazionale Alcol Cnesps dell’Istituto Superiore di Sanità e Presidente della Società Italiana di Alcologia, Sia.

“La cultura del bere diffusa tra i giovani è il modello del binge-drinking, ossia del “bere per ubriacarsi”, con consumi che superano i 6 drink di seguito, in un'unica occasione. Un fenomeno che è particolarmente in crescita tra le ragazze ed è la chiara conseguenza di un impegno educativo sul concetto di limite che è mancato e manca in Italia, dove si è lasciato spazio alle pressioni al bere esercitate da parte della società, dei media e spesso dalla famiglia. Una cultura che gli adulti non hanno saputo contrastare e che ha reso indissolubile il legame dell’alcol con il divertimento, le occasioni e - è triste dirlo - con le emozioni, privando i giovani di alternative e, in molti casi, di prospettive sane di vita”.

Che l’abuso di alcol da parte dei giovani sia concentrato in singole occasioni e lontano dai pasti è “un modello di consumo - ha spiegato Paolo Bruni, presidente Fedagri-Confcooperative - assolutamente nuovo per il nostro Paese e che è estraneo alla sane abitudini mediterranee incentrate sulla moderazione e sul consumo del vino ai pasti quale parte integrante di una corretta alimentazione. Contro queste nuove abitudini va recuperata la cultura del bere bene: il problema non è il vino, ma i tempi e le modalità di consumo”.

Ma come recuperare i modelli culturali di un tempo? La parola d’ordine è informare per prevenire, evitando così di curare. Silvio Borrello, direttore generale della sicurezza alimentare del Ministero della Salute: “se da un lato l’80 % della popolazione consuma il vino secondo sani criteri di moderazione, dall’altra occorre intervenire verso quella fascia di popolazione che presentano modelli e stili di consumo a rischio con iniziative di prevenzione e campagne di informazione e sensibilizzazione”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli