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IL VINO ITALIANO VISTO DA "WINE REPORT" DELLA LONDINESE DORLING KINDERSLEY: GIUDIZI E NOMI DEI MIGLIORI PRODUTTORI E VINI D'ITALIA

Si parla anche dell’Italia e dei suoi vini su "Wine Report" 2004, il nuovo annuario appena pubblicato dalla casa editrice londinese Dorling Kindersley , un’opera che tenta di fare il punto su quanto accaduto, Paese per Paese, negli ultimi 365 giorni, concentrando l’attenzione su novità, stili, tendenze che si sono posti in evidenza, sui principali eventi che si sono verificati e hanno caratterizzato l’annata appena trascorsa.
Nell’opera (www.dk.com, 384 pagine, 9,99 euro), che avrà cadenza annuale ed è diretta dal wine writer britannico Tom Stevenson, (uno dei più grandi specialisti di Champagne del mondo, autore della Christie’s world Encyclopedia of Champagne & Sparkling wine), che si è avvalso della collaborazione di una squadra di 38 wine writer internazionali, ognuno specialista riconosciuto del singolo Paese che è stato incaricato di raccontare (qualche nome? Clive Coates per la Borgogna, David Peppercorn per Bordeaux, Richard Mayson per il Portogallo, Dan Berger per la California, Huon Hooke per l’Australia, John Radford per la Spagna, Thierry Dessauve, capo redattore della Revue du vin de France, per la Vallée du Rhone, ma anche Richard Smart, il celeberrimo flying vine doctor australiano, che si occupa della viticoltura e delle varietà di uva), compaiono analisi, previsioni sull’evoluzione dei mercati e del consumo di vino, commenti.
Il tutto completato da capitoli relativi a temi come vino e salute, il rapporto tra vino e scienza, la viticoltura organica e biodinamica, aste ed investimenti, oltre a rapporti sull’ultima vendemmia, e ad una valutazione delle annate dal 2001 al 1997. Un’opera di taglio nuovo, pensata per l’appassionato, ma anche per tutti gli addetti ai lavori, che delinea il work in progress, mediante una serie di testi brevi, in forma di notizia, di opinione, di commento, che vanno a determinare il quadro generale della realtà vinicola di ogni singolo Paese.
18 pagine, divise in due parti, dedicata all'Italia: Northern Italy (Italia del Nord) e Central & Southern Italy (Centro e Sud), sono stati incaricati Nick Belfrage, il primo americano a diventare master of wine, collaboratore di "Decanter", grande conoscitore, da oltre 30 anni, del vino italiano e autore di importanti libri come Barolo to Valpolicella e Brunello to Zibibbo, e, unico giornalista italiano coinvolto nel team di autori, Franco Ziliani, direttore di Wine Report (www.winereport.com), collaboratore de "Il Corriere Vinicolo" e sempre in tandem con Belfrage, del settimanale inglese "Harpers wine magazine".
"Wine Report" 2004 propone, anche se non è una guida, una serie di graduatorie di vini e produttori suddivisi per categorie: i migliori produttori, gli emergenti, quelli che hanno compiuto il migliore salto di qualità negli ultimi tempi, le aziende dal migliore rapporto prezzo qualità, i migliori vini più convenienti, i migliori vini in senso assoluto, i più originali, inusuali e sorprendenti vini dell’anno. Dieci vini per ogni categoria. Belfrage e Ziliani, oltre a denunciare, nei loro commenti riguardanti il mondo del vino italiano, l’eccesso di legno in troppi vini, i prezzi folli che attualmente frenano il successo in chiave di export, il massiccio uso dei concentratori, la cabernettizzazione strisciante di molti vini doc e docg, hanno naturalmente fornito le “compilation”.
I dieci migliori produttori sono, al Nord, Bruno Giacosa, Giacomo Conterno, Borgo del Tiglio, Lis Neris, Roberto Voerzio, Pieropan, la Tenuta San Leonardo; al Centro e al Sud, la Fattoria di Felsina, la Tenuta Il Poggione di Montalcino, Antinori, Poderi Boscarelli e Valentini.
I top wines o “greatest quality wines” sono il Barolo 1998 di Bartolo Mascarello, il Barolo Ginestra Vigna Casa Maté 1998 di Elio Grasso, il San Leonardo 1997, il Monfortino 1996, il Brunello di Montalcino Riserva 1997 de Il Poggione, il Fontalloro ed il Flaccianello della Pieve 1999, il Graticciaia 1997 di Vallone, il Brunello 1998 di Gianni Brunelli.
Nella categoria riservata ai vini più singolari e sorprendenti dell’anno, oltre al Nero di Troia Puer Apuliae di Rivera, al Sacromonte 2000 del Castello di Potentino di Seggiano dall’inglese Charlotte Horton, al Magno Megonio 2000 di Librandi, troviamo anche la Freisa Kyé 1999 di Vajra, la Barbera Vendemmia tardiva Preda 1999 di Barale, il Verduno Pelaverga 2001 di G.B. Burlotto, lo Studio di Bianco 2001 di Borgo del Tiglio.
Per la loro particolare attenzione al rapporto prezzo/qualità, segnalati Camerano, Barale e Cavallotto nell’area del Barolo, Selvapiana e Le Pupille in Toscana, Coroncino, Armando Zannotti e La Vite Monteschiavo nella zona del Verdicchio, Valle dell’Asso e Vallone in Puglia, Odoardi in Calabria.

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