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IL VINO, UN PIACERE SANO E RESPONSABILE: L'ESPERIENZA DI SAN PATRIGNANO PREMIATA DALLA CANTINA VENETA MASI DI SANDRO BOSCAINI

Italia
I ragazzi di San Patrignano con Andrea Muccioli (sulla botte) con ai lati i fratelli Boscaini

Dopo il fumo, l’alcol? Il ministro della Sanità Girolamo Sirchia sembra orientato ad occuparsi anche dei problemi derivanti dall’eccesso di alcol, esortando a bere con moderazione per prevenire gli abusi. Una realtà ben sentita anche dai produttori più attenti e che conoscono a fondo i valori di tradizione e cultura racchiusi in un bicchiere di vino, da sempre sostenitori dell’importanza di un consumo equilibrato. Un concetto che la veronese Masi Agricola, produttrice del pregiato Amarone della Valpolicella, ha voluto sottolineare e portare all’attenzione del mondo del vino già nel settembre 2004, scegliendo di assegnare il Premio Masi proprio alla Comunità di San Patrignano, da oltre 25 anni impegnata nel recupero di giovani con problemi di dipendenza dalle droghe come dall’alcol.

Il premio, una botte di Amarone, è stato consegnato proprio in questi giorni ad Andrea Muccioli, patron della Comunità riminese, da Sandro Boscaini, presidente della Masi, e dal gruppo tecnico Masi, composto da specialisti impegnati nel recupero del patrimonio vitivinicolo delle Venezie e nella valorizzazione delle pratiche tradizionali quali l’appassimento e la doppia fermentazione.

Nella loro lotta quotidiana alle sostanze che danno assuefazione, Andrea Muccioli e i suoi ragazzi sono ben consapevoli delle differenze tra droghe e vino e, se da un lato combattono le prime, dall’altro esortano il consumo moderato del secondo. “Noi, che da 25 anni accogliamo ragazzi emarginati che associano abitualmente all’uso di stupefacenti quello dell’alcol - ha ribadito Muccioli alla cerimonia di consegna del Premio Masi - conosciamo bene l’enorme differenza tra droghe ricercate e consumate solo ed esclusivamente per procurare alterazione del rapporto con se stessi e con la realtà e una bevanda che, seppure passibile di essere usata con lo stesso proposito, consente un approccio ad un piacere sano, responsabile, non alterato: insomma, sobrio”.

“A San Patrignano chi vuole - ha ricordato - può bere un bicchiere di vino a pranzo e a cena. Con piacere, orgoglio e moderazione condividiamo uno dei frutti del nostro lavoro, perché si può imparare ad apprezzare la vita anche in un bicchiere di vino, imparando a viverlo come parte integrante di quella bellezza che ci circonda. Bere vino fa parte del percorso umano educativo di crescita e di maturazione di questi ragazzi. Ed è un gesto che è soprattutto dimostrazione del lavoro che facciamo dentro noi stessi, imparando a vivere con equilibrio e responsabilità, senza rimanere per sempre terrorizzati da qualsiasi cosa possa indurre assuefazione o dipendenza”.

Da tempo Muccioli ha avviato un’azione di comunicazione allo scopo di incoraggiare il bere moderato: infatti, su tutte le bottiglie di vino prodotte a San Patrignano viene affissa un’etichetta dove trova posto la frase “Il vino è piacere e salute. Bevi con sobrietà”. Poche parole che esprimono, con chiarezza, quale dovrebbe essere il corretto approccio al consumo del vino da parte di tutti. Accostarsi al vino può e deve essere una scelta matura e consapevole verso cui indirizzare tutti coloro che si avvicinano a questa bevanda, soprattutto i giovani: educare ad un corretto consumo, fare conoscere la storia, la tradizione, la ricerca o, in una parola, la cultura che abita in un grande vino è un compito che riguarda tutti i produttori. “Sarebbe certamente un esempio di responsabilità e civiltà se gli stessi produttori -ha ribadito Muccioli- senza attendere possibili disposizioni legislative fossero i primi a farsi interpreti di un messaggio di educazione e di prevenzione nei confronti di ogni rischio di abuso da parte di chi acquista i loro vini”.

Un messaggio che è provenuto in maniera forte e chiara all’ultimo Premio Masi: “Promuovere un consumo corretto del vino in modo esplicito è un preciso compito dei produttori che non devono limitarsi a produrre e vendere questa bevanda -concorda Sandro Boscaini - ma, attraverso di essa, devono soprattutto comunicare la cultura di un territorio e di un’arte produttiva di cui da secoli è l’espressione. Il vino assunto con intelligenza ed educazione fa bene alla salute ed anche all’umore, perché è un prodotto che induce alla convivialità e all’amicizia e porta in sé valori positivi”.

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