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ILVA SARONNO (CHE POSSIEDE ANCHE LA DUCA DI SALAPARUTA), 30 MILIONI DI EURO DI INVESTIMENTI PER POTENZIARE LA QUALITA' E VENDITA DEI SUOI VINI IN SICILIA

Punta alla conquista del territorio la “Case vinicole di Sicilia”, azienda di proprietà della Ilva di Saronno nata appena un anno dalla fusione di due storiche realtà dell’enologia siciliana, la Duca di Salaparuta e la Savi Florio, che prevede di investire 30 milioni di euro per le sue tenute in Sicilia, passando così da azienda vinicola a vitivinicola.

“Ciò che ci interessa è la qualità del prodotto - spiega Augusto Reina, proprietario assieme ai suoi tre fratelli della Ilva di Saronno - in questo momento stiamo pensando all’arricchimento dei nostri possedimenti, seguendo un percorso fatto di progettualità e di investimenti per migliorare l’immagine dei prodotti legati ai nostri marchi isolani, perché Corvo è un’etichetta assolutamente siciliana conosciuta in tutto il mondo, ma non abbiamo intenzione di diventare dei latifondisti”.
Il primo passo è stato quello di individuare “vigneti interessanti” ricerca compiuta da Carlo Casavecchia, direttore generale dell’azienda ed enologo di fama internazionale. In pochi mesi sono arrivati i primi due possedimenti: il Feudo Suor Marchesa, nel comune di Butera, quasi 95 ettari, la maggior parte dei quali sono già vitati dove si produrrà prevalentemente Nero d’Avola, e la Tenuta Vagliasindi di Contrada Marchesa a Castiglione di Sicilia, 9 ettari in tutto dove soltanto in una piccola parte sono già impiantati Nerello mascalese e Pinot nero.“La nostra filosofia - sottolinea Casavecchia - è quella di realizzare con il Nero d’Avola, Nerello e Pinot nero vini di medio costo visto che quelli importanti, come il Duca Enrico e il Bianca di Valguarnera già li abbiano”.

I Reina della Ilva di Saronno dopo avere acquistato lo storico marchio Corvo hanno messo a punto un piano di interventi prestigioso: hanno stanziato 30 milioni di euro per gli interventi di ammodernamento delle aziende gia esistenti e una decina per l’acquisto di terreni da aggiungere al patrimonio. “Per noi il 2001 è stato un anno di transizione - ammette Casavecchia - perché a maggio abbiamo rilevato la Duca di Salaparuta ed a ottobre siamo entrati nelle cantine. Inutile dire che l’azienda dal punto di vista del management cadeva a pezzi per via di un immobilismo che durava da troppi anni: er prima cosa abbiamo messo a punto un piano di investimenti che si concluderà nel 2006 e che vede innanzitutto il potenziamento della struttura produttiva e la conservazione del patrimonio dei tre marchi”.

I primi 4 milioni di euro sono stati già spesi per riprendere l’impianto di vinificazione di Aspra, 6 sono stati stanziati per la riqualificazione degli impianti di conservazione di Casteldaccia (vecchie botti, barrique e una grande vasca in cemento); gli altri 20 milioni di euro saranno destinati per l’ampliamento della linea di imbottigliamento e per la realizzazione del magazzino.

Oggi nell’azienda “Case vinicole di Sicilia” lavorano 102 dipendenti (28 nelle storiche cantine Florio di Marsala e 84 alla Duca di Salaparuta a Casteldaccia); in tutto vengono prodotte 14 milioni di bottiglie, 3,5 milioni delle quali sono di Corvo rosso (nel 2003 questa etichetta ha ottenuto l’Oscar per il Rapporto qualità-prezzo) e 2,5 milioni di Corvo bianco. Il fatturato 2003 è stato di 44 milioni di euro, una cifra che, al momento, non permette utili.

Fonte: Ansa

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