02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

IN INDIA, CON VINITALY, IL PROSECCO SBARAGLIA LA CONCORRENZA

Gli indiani preferiscono il Prosecco: emerge da Vinitaly in India, il primo salone dell'enologia italiana ospitato nelle sale dell'Ifows, la più grande fiera agroalimentare del sub continente. Migliaia i visitatori che hanno affollato le sale dove si contendevano le degustazioni il vino italiano, quello francese e quello sudafricano. Se i francesi hanno una vecchia tradizione in India, i sudafricani hanno legami storici politico-commerciali con l'India (non a caso il Mahatma Gandhi studiò in Sudafrica), per gli italiani invece si trattava di un debutto. Che però ha sbaragliato la concorrenza. Gli stand italiani sono stati i più affollati. Prosecco e bianchi i vini più apprezzati, ma anche molto i rossi. E' comunque il prosecco il re dell'enologia italiana secondo gli indiani e lo stand della Villa Sandi, azienda trevigiana produttrice di un rinomato prosecco di Valdobbiadene, ha dovuto fare gli straordinari.

"Il nostro prosecco - spiega Giancarlo Moretti Polegato, presidente dell'azienda veneta - sia a Mumbai (ex Bombay, dove Vinitaly ha fatto scalo prima di arrivare nella capitale) che a Delhi ha riscosso un ottimo successo. Gli indiani sono abituati, forse per una maggiore presenza francese, allo sparkling wine, al vino con le bollicine".

Ma perché il prosecco di Valdobbiadene? Secondo Amitesh Gupta, giornalista ed enologo, "il prosecco sta a metà tra il vino bianco e lo champagne che qui in India ha una bella tradizione. Il prosecco trevigiano unisce i due sapori e si sposa bene con i cibi indiani, forti e speziati che hanno bisogno di un sapore deciso ma non forte, come appunto quello del prosecco".

Moretti Polegato crede che ci possa essere mercato in India: "Ne sono sicuro, abbiamo ottimi feedback da parte di persone che sono venute ad assaggiare i nostri vini, prosecco in testa. Il problema è sempre sui dazi. L'India, che sta registrando incrementi intorno al 30% annuo per il mercato del vino, con oltre 1,2 milioni di bottiglie vendute, mantiene dazi medi del 270% sull'ingresso dei nostri vini. Con rassegne del genere puntiamo a far conoscere meglio i nostri migliori prodotti ma anche a sensibilizzare il governo di New Delhi a ridurre in maniera sensibile le barriere alle nostre esportazioni vinicole in India. Ben venga l'aiuto del nostro governo in questo senso e la presenza del viceministro Urso a supporto della nostra iniziativa è stata per noi una buona cosa".

Per il successo nei mercati indiani, "a parte la grande qualità del prodotto - conclude Moretti Polegato - quello che ci dà una marcia in più è il nostro sistema Italia. La nostra azienda, ad esempio, è ospitata in una villa palladiana del 1600. Molti nostri buyer stranieri sono affascinati dalla cosa e diversi indiani che sono venuti a trovarci ci hanno chiesto di poterla visitare. La cultura italiana, la nostra tradizione, storia e qualità sono i migliori biglietti da visita per i nostri prodotti in tutto il mondo". Prosecco, ma anche altri tipi di vini.

Oltre alle case più note dell'enologia italiana, raccolte sotto l'etichetta de I Grandi Marchi, anche una serie di medie aziende italiane con ottimi prodotti, arrivati grazie alla Camera di Commercio di Verona e all'Ice. "Il vino rosso? Va di più a Delhi che a Bombay", spiega Giovanni Ficulle, che cura le relazioni per una società toscana. "Gli indiani - spiega l'enologa Cristina Fugatti - sono molto affascinati dal nostro vino. A Mumbai il bianco sembrava andare di più, forse per il tipo di cibo maggiormente a base di pesce, qui il rosso tira abbastanza".

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli