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Inizia con un record la primavera delle aste enoiche: ad Hong Kong sotto il martello di Sotheby’s sono stati battuti 1.758 lotti, tutti venduti, per un totale di 29,1 milioni di dollari, divisi in tre aste diverse. Al top, come sempre, Romanée-Conti

Inizia con un record la primavera delle aste enoiche, che hanno spostato ormai stabilmente il proprio centro nevralgico ad Hong Kong, dove in due giorni, sotto il martello di Sotheby’s (www.sothebys.com) sono stati battuti qualcosa come 1.758 lotti, tutti venduti, in cui a farla da padrone sono stati i grandi di Bordeaux e Borgogna, per un totale di 29,1 milioni di dollari, divisi in tre aste diverse, durate ininterrottamente per due giorni,: The Philanthropist’s Cellar (la collezione di un anonimo magnate asiatico che ha raccolto 16,2 milioni di dollari, più del doppio della quotazione iniziale, che finanzieranno progetti di educazione e salite nella Cina rurale), The Cellar from the Estate of Jerry Perenchio (con le etichette dell’imprenditore che hanno raccolto 6,7 milioni di dollari, da una valutazione iniziale di 3,5 milioni) e Finest & Rarest Wines (6,1 milioni di dollari).

A fare la parte del leone, come sempre, la griffe di Borgogna più scambiata sul mercato delle aste, Domaine della Romanée-Conti
: al top, un lotto da 12 bottiglie di Romanée Conti 1971 Domaine de la Romanée-Conti venduto a 407.000 dollari, seguito da un lotto gemello che si è fermato però a “soli” 376.000 dollari. E ancora, tra i top lot troviamo 12 bottiglie di Romanée Conti 1989 Domaine de la Romanée-Conti (313.000 dollari), 9 bottiglie di Romanée Conti 1966 Domaine de la Romanée-Conti (297.000 dollari) e 12 bottiglie di La Tâche 1971 Domaine de la Romanée-Conti (235.000 dollari). Che l’Asia sia ormai votata alla Borgogna, però, lo dimostra anche il successo di Henri Jayer, con 3 bottiglie di Richebourg 1985 battute a 125.000 dollari, e di altri produttori importanti, dalle 10 bottiglie di Richebourg 1985 Méo-Camuzet a 109.000 dollari alle 12 bottiglie di Clos de la Roche 1985 Domaine Dujac (109.000 dollari), passando per le 12 bottilgie di Chevalier Montrachet 1996 Domaine d’Auvenay, a 101.000 dollari.

Per trovare qualcosa di diverso da Romaneée-Conti bisogna scendere di qualche posizione, e spostarsi di qualche centinaio di chilometrici, almeno idealmente, fino ai filari di Château Lafleur, a Bordeaux (Pomerol), con il lotto di 6 magnum del 1982 battuto a 133.000 dollari, ma c’è anche la selezione di diversi formati di Château Margaux 2015, che ha toccato i 117.000 dollari, così come la collezione di Château Angélus 2012 (86.000 dollari) e le 12 bottiglie di Château Angélus 2012 (70.000 dollari). “Un risultato del genere è il modo perfetto per aprire la stagione delle aste ad Hong Kong, anche perché i collezionisti di vino sono spesso molto attivi anche in altri settori, e questo è incoraggiante in prospettiva”, commenta Kevin Ching, CEO di Sotheby’s Asia. “Siamo entusiasti di aver stabilito un nuovo record, così come di aver venduto ogni singolo lotto, è il segnale di un mercato vivace, che ha fiducia nel nostro lavoro. A maggio ci sarà la seconda parte della collezione di Perenchio in asta a New York, ed un’altra vendita all’incanto a Londra”, aggiunge Jamie Ritchie, capo di Sotheby’s Wine, fissando i prossimi appuntamenti.

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