Il Vermentino Filare 2021 di Jerzu, fermenta in legno, dove, in botti da 30 ettolitri, matura da settembre a giugno. I suoi profumi hanno rimandi floreali e fruttati, con tocchi leggermente affumicati. In bocca il sorso è ricco e morbido, terminando con un finale persistente e sapido. La cantina prende il nome dal paese dove sorge, nel cuore dell’Ogliastra, e fu fondata nell’ormai lontano 1950 da quarantacinque soci viticoltori pionieri. Oggi è una realtà cooperativa consolidata, con 450 ettari a vigneto e 1.500.000 bottiglie di produzione complessiva. Jerzu è anche una delle tre sotto-zone della Doc Cannonau insieme a Oliena e Capo Ferrato (le uniche che possono utilizzare in etichetta sia i toponimi sia la menzione di “classico”, poiché zone storicamente di elezione e particolarmente vocate), a testimoniare che siamo, appunto, in un territorio d’elezione per la varietà più importante dell’isola, destinata ad uno sviluppo ulteriore. Lo stile aziendale propone etichette dotate di buon carattere e declinate con tecnica precisa, che non interferisce con la personalità dei vini. Inutile nascondere che Jerzu ha decisamente una vocazione rossista, ma non sembra disdegnare anche mirate digressioni bianchiste, visto che la Sardegna è anche un territorio di riferimento per la produzione di Vermentino: e le tendenze di mercato attualmente “invitano” a valorizzare ed accrescere il ruolo dei vini bianchi.
(fp)
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