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L’ERRORE DI FISCHLER SULL’ETICHETTATURA DEI VINI: LA RICETTA ANTICRISI DEL VICEMINISTRO ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE ADOLFO URSO

Contro la crisi dell’export vinicolo italiano Adolfo Urso, viceministro alle attività produttive, dà la sua ricetta: puntare sugli autoctoni, sui bianchi e sugli spumanti. “Nel 2003 bianchi e spumanti - ha detto Adolfo Urso - hanno sofferto meno il calo delle esportazioni” probabilmente perché meno soggetti alla concorrenza dei nuovi competitori internazionali”. Sugli autoctoni, secondo Urso, “valorizzare all’estero la produzione di questi vitigni (il Ministero lo farà attraverso il Progetto origine) ci permetterà di ritagliarci nel mercato mondiale un segmento dove possiamo essere primi al mondo” perché nessun nuovo produttore ha il nostro bagaglio di cultura, storia e specificità. Altra strategia è quella della promozione all’estero, puntando decisamente ai Paesi emergenti Russia e Cina, senza però trascurare gli Stati Uniti. Negli Usa, tra l’altro, il rallentamento dell’import dall’Italia nel 2003 non deve essere letto, secondo Urso, in maniera così negativa. “E’ vero che in un momento di calo dei consumi - ha detto - il mercato americano si è rivolto verso prodotti meno cari, ma i dati dicono che c’è stata una sostanziale tenuta. A fronte di una svalutazione del dollaro del 25%, il 47% in due anni, ci si doveva invece aspettare un calo equivalente”. Rientrano nelle strategie di rafforzamento della posizione italiana negli Usa e nei mercati emergenti gli eventi organizzati da Vinitaly con proprio marchio per il prossimo giugno a Mosca, in ottobre a Miami e San Francisco e a novembre a Shangai, oltre all’India Food & Wine Show a Bombay, la capitale economica dell’India, nel gennaio 2005. Tutti eventi che hanno il pieno appoggio del viceministro Urso. Il giorno dopo le critiche mosse, proprio da Verona, dal commissario agricolo Franz Fischler al Governo Italiano, per la sua opposizione al regolamento 316/2004 sull’etichettatura dei vini, il viceministro alle attività produttive ha nuovamente spiegato la posizione italiana contro l’incongruenza di una decisione che, unica, va pure contro la politica di tutela dei prodotti perseguita da anni dalla stessa Commissione europea. “Noi continueremo a tutelare i nostri prodotti dalla concorrenza sleale e dall’agropirateria - ha detto - non solo a favore dei nostri produttori, ma anche dei consumatori mondiali, che in un mercato globale devono sapere da dove viene un prodotto e come è stato fatto”. Insomma, sarebbe in linea con la politica da sempre sostenuta dall’Unione Europea porre una pezza all’errore fatto, riportando la ricerca di una soluzione del problema agli accordi dell’Organizzazione mondiale del commercio, dove è già in discussione la tutela delle denominazioni di origine. Altrettanto importante è, per Urso, proseguire anche sulla strada degli accordi bilaterali. “Proprio assieme a Fischler - ha ricordato Urso - ne abbiamo firmato uno durante la presidenza di turno italiana dell’Ue con il Canada”. L'accordo prevede, tra l’altro, il divieto per i produttori d'oltreoceano di vendere come chianti o grappa bevande alcoliche prodotte nel Paese nord-americano. Inoltre, contiene procedure di riconoscimento reciproco delle indicazioni geografiche per i prodotti vinicoli e per le bevande alcoliche, oltre a misure ritorsive in caso di mancato rispetto delle clausole. Anche per conto suo il Governo italiano percorre la via dei concordati bilaterali. È di questi giorni la firma di un’intesa con la Cina per dare assistenza tecnica sulle denominazioni per la valorizzazione delle produzioni cinesi. “Questo - ha detto Urso - ci permetterà di avere un alleato nella battaglia per il riconoscimento delle denominazioni di origine nell’Organizzazione mondiale del commercio”.
Fonte: www.vinitaly.com - Autore: Magda C. Schiff

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