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L’ultima sfida di Zonin? In Cile, in collaborazione con la famiglia Vial. Le uve dei migliori terroir del Paese andino ed il know how dell’azienda veneta per un brand tutto nuovo, “Dos Almas”, tra Cabernet Sauvignon, Carmenere e ... bollicine

Italia

Una nuova sfida Oltreoceano, questa volta in Cile, in collaborazione con uno dei gruppi economici più importanti del Paese andino, da cui nascerà un nuovo brand, “Dos Almas”. Secondo quanto ha raccolto WineNews, il prossimo progetto della realtà enoica privata più grande del Belpaese, Zonin1821, porterà l’azienda veneta, per la prima volta, in Sud America, sul solco di quell’internazionalizzazione iniziata, pionieristicamente, nel lontano 1976 in Virginia, e ripresa negli ultimi anni con le commerciali negli Stati Uniti, in Gran Bretagna ed in Cina.

Partner di quest’avventura sarà la famiglia Vial, che in Cile ha interessi in diverse branche dell’economia, ed ogni anno fattura tra i 4 ed i 5 miliardi di dollari: sul piatto metterà i filari e le uve migliori dai 2.000 ettari vitati di proprietà (comprati nei primi anni 2000) nei migliori terroir del Paese, da Casablanca, zona oceanica, a Leyda, leggermente più a sud, passando per Colchagua, Maipo ed Apalta.

Zonin, da parte sua, fornirà il know how, con la supervisione tecnica dell’enologo di casa, Stefano Ferrante, le competenze di marketing e la propria rete commerciale, attraverso cui verranno distribuite in tutti il mondo le bottiglie di Cabernet Sauvignon, Carmenere e Pinot Nero. Il prodotto di punta, invece, sarà un cru di Carmenere, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon della zona di Apalta. Ma la vera innovazione arriverà da quello che, per Zonin, è un marchio distintivo, le bollicine, che per le aziende cilene sono ancora un terreno semisconosciuto: un metodo Martinotti (o Charmat che dir si voglia) da uve cilene a bacca bianca.


Che sia il primo passo verso una crescita strutturale nel Nuovo Mondo enoico? Presto per dirlo, anche se la Zonin1821 ha già una rete di agenti in Sud America, che potrebbe ripercorrere le orme delle tre roccaforti commerciali, Zonin USA, Zonin UK e Zonin China, fondamentali per sostenere le crescita di questi ultimi anni. Di certo, le opportunità non mancano, e neanche le possibilità, in un mondo ancora tutto da scoprire ed al quale aprirsi, specie se si parla di Emisfero Sud, dall’Australia alla Nuova Zelanda, passando per il Sudafrica.

Come accennato, la prima volta che la famiglia Zonin, oggi prima azienda privata per fatturato nel mondo del vino italiano (con 193 milioni di euro), mise il naso fuori dall’Italia, in maniera a dir poco pionieristica, fu nel 1976, quando Gianni Zonin rese reale il sogno del terzo Presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson, fondando la Barboursville Vineyards, una grande tenuta vinicola in Virginia: 500 ettari, di cui 90 vitati, sulla East Coast, all’epoca un progetto a dir poco all’avanguardia.

Fu il primo passo di un’internazionalizzazione che, negli ultimi anni, ha vissuto altre tappe fondamentali, a partire dalla nascita, anni fa, delle società commerciali negli Stati Uniti, in Gran Bretagna ed in Cina: Zonin USA, Zonin UK e Zonin China, che tanto impulso e sostegno hanno dato alle vendite dei vini di quello che nel frattempo è diventato un gruppo, Zonin1821, presente in sette Regioni d’Italia, con 9 tenute, per un totale di 2.000 ettari vitati. Dalla storica tenuta di Gambellara, in Veneto, a Tenuta Ca’ Bolani (Friuli Venezia Giulia), da Castello d’Albola, Abbazia Monte Oliveto e Rocca di Montemassi (Toscana) a Castello del Poggio (Piemonte), da Tenuta Il Bosco (Lombardia) a Feudo Principi di Butera(Sicilia), fino a Masseria Altemura (Puglia).

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