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LA FILIERA DEL VINO ITALIANO E' UNITA SULLA STRATEGIA DI RIFORMA DEL SETTORE ALL'UNIONE EUROPEA. IL COMMISSARIO FISCHER BOEL: "NO A RISPARMI, MA SPENDERE IN MODO PIU' PRODUTTIVO"

La filiale agricola italiana del settore vitivinicolo si è presentata unita, oggi a Bruxelles, nella riflessione sulla futura riforma del settore, voluto con forza dalla Commissaria europea per l'agricoltura Mariann Fischer Boel e dedicata alle sfide e alle opportunità per i vini europei.
Tutta la riforma è ancora da costruire, nulla è stato ancora deciso, ha tenuto a sottolineare la commissaria lanciando un appello agli operatori presenti: "Liberate la vostra immaginazione, ha detto. La mia principale ambizione per la riforma dell'organizzazione di mercato del vino non è quella di risparmiare ma di spendere nel modo più produttivo l'1,5 miliardi di euro che l'Unione Europea dedica ogni anno al settore".
La sfida è enorme e i rappresentanti italiani del comparto vitivinicolo si sono oggi trovati in prima linea nel dibattito di riflessione presentando principi e orientamenti comuni che nelle prossime settimane ogni organizzazione svilupperà più in dettaglio. Alla commissaria e ai colleghi europei, le organizzazioni italiane hanno in primo luogo ribadito "il loro massimo impegno per delineare una politica vitivinicola europea che sia sostenibile economicamente e che favorisca un incremento della competitività del settore". Ritengono inoltre sia strategico per l'attività dei produttori disporre di "un quadro normativo comunitario per il comparto vitivinicolo efficace e ben strutturato".
Le organizzazioni italiane hanno poi difeso - in linea con quelle europee - "la specificità della politica comunitaria per il vino e la sua rilevanza rispetto al resto della politica agricola comune (Pac)". Va sostenuto, hanno ancora detto, "il ruolo della viticoltura nell'economia agricola europea ed ancor più italiana, tenendo conto anche delle implicazioni sociali ed ambientali".
In vista di questa sfida ambiziosa la filiera italiana ha detto "di riporre fiducia nel dialogo con la Commissione e con le altre organizzazioni europee, con cui c'é convergenza di obiettivi". Problemi però non mancano ed in primo luogo è già emersa la necessità di introdurre misure decentralizzate per tener conto della ricchezza ma anche la profonda diversità del settore vitivinicolo nei vari paesi produttori.
Proprio per tener conto di queste sfaccettature i Comitati delle organizzazioni agricole e cooperative dell'Ue (Copa e Cogeca) hanno avanzato proposte concrete. Ossia introdurre nell'organizzazione del mercato europeo due tipi di strumenti da finanziare nell'ambito del bilancio Ue. In primo luogo strumenti da applicare in modo uniforme in tutti gli stati membri, ma anche strumenti da definire nell'ambito del principio di sussidiarietà (ossia Bruxelles si occupa di ciò che non è possibile attuare a livello nazionale) e adeguati ad ogni stato membro o regione di produzione. Insomma, il dibattito è lanciato e impegnerà Bruxelles, le singole capitali e tutto il mondo agricolo e del commercio per tutto l'intero 2006.
Fonte: Ansa

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