«È un’idea e un progetto di Massimo, mio fratello - confessa Federica - volevamo un bianco in più e lui ama tanto il Sauvignon. Ed eccolo qui: un progetto assolutamente ben riuscito!». Anche il nome lo ha scelto Massimo: “Il futuro nelle mani”, una dedica alla nuova generazione che, sull’etichetta, ha messo l’impronta delle mani. Ludovico, 7 anni e Amedeo, 3, figli di Federica, e Sofia, 4, sua figlia. «Vuole essere un inno al futuro e alle nuove generazioni che stanno crescendo». Saranno loro a ereditare La Fusina, azienda vitivinicola famigliare di Dogliani, che porta il nome della prima famiglia che visse in quella cascina nel 1700. Tredici ettari che da Dogliani arrivano fino a Monforte e la frazione di Perno (dove La Fusina produce Barolo), e 80 mila bottiglie all’anno. L’ultimo nato, nella vendemmia 2022, è il Langhe Sauvignon. Una piccola produzione, poco più di 3000 bottiglie, che inizia con una fermentazione in legno e prosegue con l’affinamento in acciaio. Il risultato è una piacevole nota vegetale che dialoga bene con note di melone, mela cotogna, pesca, frutto della passione e pompelmo rosa. Sapido, fresco e aromatico, si sposa perfettamente con piatti di pesce, soprattutto crudo, molluschi, crostacei e carpacci di tonno. Ottimo con il sushi. La nota aromatica e minerale lo rende adatto ad essere abbinato ai piatti della cucina etnica, in particolare quelli piccanti e speziati.
(Fiammetta Mussio)
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