Una leggera vena ematica che scorre lungo il sorso - ugualmente fresco e sapido ed aderente - e che fa da contraltare all'uva spina, alla ciliegia croccante e dolce, ai fiori di rosmarino e all'arancia rossa. Ecco il Rosso di Montalcino 2019 della Gerla, che ha goduto di un'annata definita “meravigliosa” dall'enologo Vittorio Fiore, presente nell'azienda fin dalle origini. Un andamento climatico invidiabile (perlomeno visto da qui, giugno 2022) - che ha dato sufficiente copertura idrica fra inverno e primavera, calore costante senza picchi d'estate e un finale temperato nel mese di settembre - ha portato a perfetta maturazione i grappoli che compongono questa etichetta e che provengono al 70% dai vigneti intorno all'azienda (al Canalicchio, sul versante Nord-Est di Montalcino) e al 30% da Castelnuovo dell'Abate (versante Sud-Est). La fermentazione del mosto avviene in acciaio, ma la maturazione passa in botti grandi di rovere di Slavonia, seguendo la vinificazione tradizionale che caratterizza tutti i vini della Gerla. Azienda che racchiude un pezzo di storia importante della denominazione: non solo perché nacque dai poderi del Colombaio, in possesso al tempo dai celebri Biondi-Santi, ma perché il connubio felice fu conseguenza dall'unione di quelle radici con la mente fuori dagli schemi del pubblicitario Sergio Rossi, che comprò le terre nel 1976, trasformandole in un marchio noto e apprezzato.
(ns)
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