Di realtà simili ce ne sono a iosa nel nostro Paese, è vero. Ma è comunque innegabile che ogni volta che ci si imbatte in cantine come questa, legate a un cambiamento generazione graduale, articolato e aggiornato ai tempi ma ben saldo sulle proprie gambe, capace di parlare il linguaggio della modernità con uno sguardo però rispettosissimo sia del territorio d’appartenenza sia del vissuto e dell’evoluzione aziendale, il cuore non può non allargarsi e sorridere. Quando poi si decide di posare il fondoschiena sull’automobile per andare a vedere con i propri occhi quel che la famiglia Verdecchia combina da quelle parti, e una volta arrivati ci si lavano gli occhi per via della suggestione data dall’ambiente circostante, unita al piacere che narici e papille colgono nel bicchiere, ecco che il cuore si gonfia a dismisura. Allora, prima di mettere a repentaglio le coronarie, sarà bene sapere che si sta parlando del contesto di Castiglione in Teverina, già affascinante di suo, e di papà Randolfo. Che dopo aver avviato tutto, nel 1991, passa man mano la conduzione ai figli: Maria Teresa, Laura per la parte commerciale e Pierfrancesco per quanto concerne i vigneti. Con uve autoctone e alloctone, compresi grechetti deliziosi: da cui anche il Poggio Triale, sempre una garanzia con i suoi rimandi all’ananas, agli agrumi e alla ginestra, e il palato succoso, dinamico, fresco e persistente.
(Fabio Turchetti)
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