I nonni arrivarono a Moncalvo, nell’Astigiano, subito dopo l’alluvione in Polesine del novembre 1951. Da mezzadri, piantarono le prime barbatelle in quella cascina che riuscirono a comprare solo all’inizio degli anni ‘70. Negli anni arrivarono i primi clienti: acquistavano il vino, ma volevano anche mangiare, sotto il grande fico, gli agnolotti e il coniglio che preparavano nonna Pina e zia Teresa. Così a Ferragosto del 1986, con l’esprit imprenditoriale di mamma Laura, aprì l’agriturismo. Oggi La Quercia Rossa sono sei ettari tra vigna, nocciole e orto, e un agriturismo con nove camere e un ristorante per gli ospiti. L’eredità è passata al nipote Matteo Reami, studi in lingue straniere, e alla moglie Cristina: «Ho piantato la mia prima vigna con zio Luigi e papà Floriano - racconta Matteo - l’ultima durante il lockdown con i miei figli Giulia e Niccolò, 10 e 8 anni. Ha un 40% di pendenza: la chiamiamo la nostra vigna eroica». Terra sabbiosa e ricca di fossili marini che esprime bene l’anima della Barbera con la sua acidità spiccata, ma allegra, e un sentore di frutti rossi appena maturi. Una Barbera che si abbina bene alla carne. D’altronde, Moncalvo è famosa per la sua Fiera del Bue grasso. In agriturismo, però, amano le provocazioni belle e la abbinano con le verdure dell’orto: la servono con una frittata di zucchine trombette o con un’insalata di pomodori dolci appena raccolti.
(Fiammetta Mussio)
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