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VINO E MERCATI

La Russia tornare a crescere: le tappe di Vinitaly International e le tendenze di Wine Intelligence

I produttori italiani a Mosca e San Pietroburgo per l’evento “Vinitaly Russia”, mentre i giovani guidano la “rivoluzione”
VINITALY INTERNATIONAL, VINITALY RUSSIA, WINE INTELLIGENCE, Mondo
La Russia ed il vino

Ben prima che la Rivoluzione Russa prendesse piede, il Paese degli Zar era una delle mete d’elezione di Champagne e vini pregiati, un mercato praticamente scomparso per decenni, fino alla caduta della “cortina di ferro”, quando l’industria enoica tornò a rifiorire, almeno fino al 2013, quando le sanzioni economiche e le tensioni internazionali hanno portato ad una vera e propria crisi economica e dei consumi, da cui Mosca sta uscendo portandosi dietro un repentino cambio dei consumi. Come racconta il report di Wine Intelligence “Russia Landscape 2018”, però, a godere della ripresa, per la stessa volontà del Governo guidato da Vladimir Putin, sono principalmente i produttori nazionali e quelli della Georgia, su cui sono decadute le sanzioni di Mosca. Per il vino italiano, negli ultimi anni, la Russia non ha mai smesso di essere una delle mete principali dell’export, dove è il primo esportatore con una quota del 28,8% del mercato ed un giro di affari, cresciuto del 523% in un decennio, che vale circa 240 milioni di euro.
Per restare in testa alle preferenze dei wine lover russi, però, come ha tutta l’intenzione di fare il vino italiano, bisogna presidiare il mercato, con 43 produttori del Belpaese protagonisti di “Vinitaly Russia”, l’evento B2B di Vinitaly International che porta le aziende tricolori prima nel cuore di Mosca, il 19 novembre, con un walk around tasting dedicato a trader e giornalisti, quindi a San Pietroburgo, per una cena dedicata ai buyer più importanti di scena il 20 novembre al ristorante Probka.
Sarà l’occasione, oltre che per mettere in mostra il protagonista dell’enogastronomia italiana, in Russia dal 19 al 25 novembre con “World Week of Italian Cuisine”, per vedere da vicino le cinque tendenze, individuate dal report di Wine Intelligence, che stanno rivoluzionando il mercato russo.
Prima di tutto, come accennato, al recupero dell’economia fa seguito il rimbalzo degli acquisti di vino, il che vuol dire una crescita importante dei volumi acquistati ed importati. Al secondo punto, sulla scia di quanto succede nel resto del mondo, il boom degli spumanti: la Russia è il quinto consumatore di bollicine al mondo, ma è destinata a crescere, con le occasioni di consumi, nonostante prezzi ancora mediamente alti, che si fanno sempre più frequenti, per non dire quotidiane. Quindi, il rapporto con il vino e la sua conoscenza: rispetto al 2014 il consumatore russo si sente decisamente meno competente ma, allo stesso tempo, ha sempre più voglia di conoscere territori e produttori diversi. Inoltre, ha sempre più importanza, al momento dell’acquisto, il valore che si dà alla bottiglia: il vino importato è considerato costoso, ma sono sempre di più le persone disposte a spendere 500 rubli o più per una bottiglia. Infine, i giovani russi, veri driver della crescita dei consumi enoici: la fascia di età compresa tra i 18 ed i 34 anni, nelle due città principali, ossia Mosca e San Pietroburgo, rappresenta il 40% dei consumi complessivi di vino importato.

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