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La trentina Cavit cresce, ma non smette di interrogarsi sul futuro della viticultura, ed a rispondere ha invitato il climatologo Luca Mercalli: “la viticultura deve essere flessibile per affrontare estati più lunghe e fenomeni meteorologici estremi”

Italia
I vertici di Cavit con il climatologo Luca Mercali

Cavit, la cooperativa trentina ormai quinta realtà per fatturati del vino italiano (dietro a Giv, Caviro, Antinori e Zonin, ndr), continua a crescere, sulla spinta di una vendemmia, la 2016, in linea con gli ultimi anni. Ma come andrà il prossimo anno, dopo le difficoltà della raccolta 2017, e soprattutto, che futuro si prospetta per l’intera viticoltura italiana, che dovrà necessariamente fare i conti con i cambiamenti climatici in atto? A rispondere, invitato proprio da Cavit alla presentazione dell’ultimo bilancio, è Luca Mercalli, meteorologo, divulgatore scientifico e climatologo italiano, che ha ricordato come le temperature, ormai, siano “in continuo aumento, con gli scenari climatici del futuro che ci propongono un incremento termico compreso tra due gradi, nel caso si applichi l’accordo di Parigi, con una forte riduzione delle emissioni di gas effetto serra, o addirittura cinque gradi in più, a fine secolo, in caso di mancanza di applicazione della riduzione delle emissioni. Si scaldano tutte le stagioni - continua Mercalli - gli inverni sono più brevi e con molti meno giorni di gelo, le estati sono più lunghe, più dilatate e hanno sempre più frequentemente delle ondate di caldo con temperature anche inedite per le nostre zone. Dopo l’estate del 2003, la più calda in oltre 200 anni di osservazioni, la frequenza delle ondate di calore con temperature al di sopra dei 38-40 gradi, anche nella zona del Nord Italia, si è fatta decisamente più frequente. Inoltre - aggiunge il climatologo - abbiamo gli eventi estremi, che possono durare poche ore, ma sono in grado di mettere in crisi le coltivazioni. Possono aumentare i temporali violenti, con le grandinate associate, e possono aumentare le variabilità, per cui in un periodo di caldo, come accaduto nella primavera del 2017, possiamo avere anticipi di vegetazione e poi basta una gelata come quella del 21 aprile e in poche ore abbiamo ingenti danni alle coltivazioni. Per questo motivo - conclude Mercalli - la viticultura di domani dovrà essere estremamente più flessibile per adattarsi a queste nuove condizioni”.
Tornando all’esercizio 2016/2017, Cavit chiude il bilancio in crescita del 2,6% sull’esercizio precedente, per un ricavo netto di 182,5 milioni di euro; particolarmente positiva la performance del mercato interno, dove il fatturato della griffe trentina è cresciuto complessivamente del 7%, con un significativo aumento della gamma degli spumanti metodo classico Trentodoc e metodo Charmat, cresciuti a doppia cifra (+14%). Ma è dall’estero che arriva l’80% del giro d’affari di Cavit, con il bilancio 2016/2017 che segna un generale consolidamento, con i buoni risultati del mercato Usa, la crescita a doppia cifra della Russia e del Canada, il rafforzamento di Gran Bretagna, Germania e Austria. Cresce anche la presenza in Cina, sull’onda dell’accordo firmato con il big della distribuzione Cofco, e buoni risultati arrivano anche dalla controllata Kessler Sekt, azienda di riferimento in Germania: +11,5% a 8 milioni di euro.

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