Il Pinot Nero è nel DNA dell’Oltrepò Pavese - terzo territorio al mondo per ettarato - e de La Versa, fondata nel 1905 e oggi nel gruppo Terre di Oltrepò. Testarossa è l’etichetta più nota della cooperativa di Santa Maria La Versa anche grazie all’omonimia con l’iconica Ferrari. La storia più accreditata sulla nascita del nome, che ha portato questo metodo classico millesimato dritto ai brindisi dei Gran Premio di Formula 1 del Cavallino, lo fa risalire agli anni ‘70-‘80. Allora La Versa produceva un Brut e un Extra Dry che andava per la maggiore e aveva il capsulone rosso: da qui il nome con cui veniva appellato localmente. Nel 1989, diminuite le acidità delle uve e ridotti i dosaggi di zucchero, nasce il Testarossa Brut millesimato che conosciamo oggi. I vini base, vinificati in acciaio, provengono da uve Pinot Nero prodotte in vigneti di più di 50 anni, siti tra i 250 e i 600 metri s.l.m. su terreni argilloso-calcarei. Il 2016 è rimasto 72 mesi sui lieviti a cui sono seguiti ulteriori 6 mesi di affinamento in bottiglia dopo la sboccatura. La liqueur d’expedition proviene da un “giacimento” di jeroboam delle annate dal 1985 al 1991 ancora sui lieviti ritrovate nel caveau della cantina. La 2016, annata in commercio - spuma cremosa - si presenta al naso con un approccio gentile di piccoli frutti rossi, richiami di cereali tostati e non delude chi cerca la muscolosità del Pinot nero al sorso. Lungo.
(Clementina Palese)
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