Nel dibattito sulle sottozone del Chianti Classico, per adesso ancora solo tale, Lamole rappresenta una vera e propria specificità, peraltro ben leggibile: i suoi vini nascono in diffusi terrazzamenti e possiedono profumi acuti e ferrosi, struttura snella, una cifra austera, fatta di finezza e florealità. Qui i vigneti arrivano a quota 650 metri, la maturazione è più tardiva e le escursioni termiche incisive. Le forme di allevamento comprendono anche metodi ormai scomparsi come l’alberello di Lamole. I terreni sono di matrice prevalentemente arenacea, alternata a quella calcarea. In questo vocatissimo areale, il Gruppo Santa Margherita è approdato nel 1993, acquisendo la Tenuta di Lamole di Lamole, 40 ettari a vigneto, coltivati a biologico. In un percorso alla ricerca del mantenimento il più possibile fedele a questa dimensione del tutto particolare, l’azienda veneta ha trovato una delle sue gemme produttive, meritandosi grande attenzione, al di là della mole quantitativa, 294.000 bottiglie, che pure la cantina mette in commercio. La Gran Selezione Campolungo 2016 è rosso sobriamente moderno nella timbrica stilistica. Possiede profumi centrati di piccoli frutti rossi e fiori, spezie e tabacco a rifinitura, leggeri toni ematici e ferrosi. In bocca, il vino attacco morbido, sviluppandosi tonico e contrastato, per poi congedarsi con un finale largo dai ritorni speziati e fruttati.
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