La vite e la natura, qui, sono davvero i protagonisti: con gli uomini a fare da appendice, nell’intento di agevolare al meglio tutto il lavoro che le piante e il terreno hanno autonomamente prodotto nell’arco dell’anno. A guidare l’azienda c’è Francesco Valentino Dibenedetto, che è tutt’uno con un approccio eco-sostenibile all’esistenza: e a dargli sentitamente man forte, in questa sana prova di vita, ci sono la moglie Anna Maria Passarelli nonché i figli Carlo Nazareno, Domenico, Andrea e Maria Clelia. Una squadra coesa che ha man mano oltrepassato i confini del biologico, poi di Steiner e della biodinamica, per arrivare a sposare il pensiero di Masanobu Fukuoka: contadino-filosofo giapponese che s’è fatto simbolo del minimo interventismo dell’uomo, anche per quando riguarda l’aratura e relativi annessi e connessi. La vite sa bene che cosa fare, secondo i Nostri, il terreno sa rigenerarsi da sé e l’humus sarà frutto delle foglie che cadono e dell’erba tagliata e lasciata in loco: un auto-sostentamento poco costoso, meno faticoso ma naturalmente compiuto, a detta dei suoi sostenitori. Quindi, a seguire, in cantina: con lieviti indigeni, macerazioni, solfiti minimi e affinamento paziente. Un’agricoltura sinergica, in quest’angolo di Murgia, da cui anche questo Primitivo: fruttato e speziato, con palato succoso e tannino ben modulato, chiuderà l’assaggio con godibile persistenza.
(Fabio Turchetti)
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