Non perché sia l’ultimo prodotto o perché sia ottenuto da una vendemmia, a queste latitudini, particolarmente interessante, ma il Bolgheri Rosso 2019 de Le Macchiole è senz’altro la versione più riuscita dell’entry level dell’azienda bolgherese, che lo ha proposto per la prima volta con l’annata 2004. Prima di tutto perché l’ultima realizzazione sembra finalmente aver trovato una sua definizione precisa a partire dal suo uvaggio: Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah, e poi, e forse soprattutto, perché finalmente in fase di affinamento (10 mesi in cemento e in barrique di secondo, terzo e quarto passaggio) il vino è stato notevolmente snellito e finalmente adeguato al suo ruolo di etichetta spigliata e beverina e, passateci il termine, “quotidiana”. Insomma, per dirla in due parole, è diventato un vino più consapevole e moderno. Di colore rubino brillante, possiede naso che sa di frutti di bosco, toni di erbe aromatiche e un tocco di tabacco. In bocca, il sorso è pieno, succoso e dinamico, appena sapido, con tannini docili e finale solidamente fragrante, condotto da una bella nota balsamica. La cantina Le Macchiole, fondata nel 1983 da Eugenio Campolmi, ed oggi condotta da sua moglie Cinzia Merli e i figli Elia e Mattia, è ormai tra le realtà che occupano saldamente il centro del palcoscenico enoico di Bolgheri, con 28 ettari a vigneto per 190.000 bottiglie di produzione complessiva.
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