Studi di fisica nucleari non sono il normale percorso propedeutico del vignaiolo e produttore di vini di pregio, ma tutta la vita di Antonio Terni, marchigiano DOC ma anche cittadino del mondo, è stata piuttosto diversa. Nato in una famiglia anconetana costretta all’emigrazione dalle leggi razziali del 1938, il giovane Terni ha vissuto i primi anni di vita in Argentina prima di rientrare in Italia e laurearsi, appunto, in fisica nucleare all’Università di Milano. La vita di laboratorio non faceva per lui però e la decisione di rientrare nelle Marche, dove la famiglia aveva una proprietaria rurale a Numana, non pesava più di tanto. All’epoca il Rosso Conero non era un vino di grandissimo appeal, ma la zona è sicuramente vocata, il Montepulciano coltivato sui terreni calcarei del Conero, piantato più spesso su argille nella parte bassa delle Marche e nell’Abruzzo. Ma i vini prodotti qui hanno una finezza e fragranza che li distinguono e Terni, che ha sempre creduto nella zona e nel suo potenziale, era fra i primi a puntare sulla massima espressione di questa grande uva autoctona. Coniugata in vari modi: in acciaio, nelle classiche botti grandi e, nel caso della Riserva, nei legni piccoli. Aiutato da enologi che condividevano questa convinzione, prima Attilio Pagli, poi Goffredo Agostino e Federico Curtaz, l’ultimo responsabile per il bel Sassi Neri 2015, dolce, sostanziale e carezzevole.
(Daniel Thomases)
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