Nove ettari a vigneto, coltivato a biologico, per una produzione media annua di 40.000 bottiglie sono i numeri di una classica cantina artigianale, che rappresenta l’ossatura più coerente e qualitativamente significativa del Bel Paese in bottiglia. Ma al di là di questi elementi Leonardo Bussoletti, con umiltà e la forza di un progetto chiaro e solido, ha compiuto, a partire dal 2008, un percorso che lo ha visto protagonista dell’Associazione dei Produttori del Ciliegiolo di Narni, mettendo sotto i riflettori un areale ai più sconosciuto ed innescando un vero e proprio boom attorno ad una delle varietà storiche del centro Italia, troppo spesso considerata solo gregaria. In più, produce, con continuità a dir poco ferrea, una serie di vini, non solo a base di Ciliegiolo (pensiamo ai suoi Grechetto e Trebbiano spoletino), dalla cifra stilistica limpida e dal grande fascino. Sul Ciliegiolo, poi, la sua firma accompagna etichette dai tratti espressivi tutti all’insegna di golosità e finezza, ottenuti con grande consapevolezza tecnica, sia nel caso di quelli più semplici che in quello dei prodotti proposti dopo maturazioni prolungate. È il caso del Ràmici 2016, affinato in legno grande per 24 mesi, oggetto del nostro assaggio. Un vino sorprendente per fragranza, anche grazie ad un’annata davvero a cinque stelle, dai profumi cristallini e puntuali e dal sorso succoso e leggiadro, di incredibile finezza.
(Franco Pallini)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024