Con il “Progetto 1962”, lanciato proprio quest’anno, è iniziato un nuovo ciclo della cantina con sede a Torgiano, che torna alle sue radici per raccontare una nuova contemporaneità. L’obbiettivo del “Progetto 62” - che prende il nome dalla prima annata del rosso Rubesco e del bianco Torre di Giano, le due storiche etichette aziendali oggi rivisitate nella forma e nella sostanza - è quello di portare l’Umbria e il suo stile di vita lento nel mondo, proponendo vini dalla cifra territoriale. I vitigni incaricati di questo compito sono da un lato il Sangiovese e dall’altro il Trebbiano. Ecco allora il Rubesco 62 2022, oggetto del nostro assaggio e maturato meno di un anno in legno, profumare di ciliegia, viole e arancia, con qualche cenno speziato, ad introdurre una progressione gustativa polposa, sapida e continua, fino ad un finale ben profilato di nuovo sul frutto. Fu Giorgio Lungarotti, negli anni Sessanta del secolo scorso, a trasformare l’azienda agricola di famiglia in una cantina di successo. Una storia che oggi continua nelle tenute di Torgiano e Montefalco, grazie all’impegno della terza generazione della famiglia. Tra i pilastri dell’azienda, l’enoturismo e la promozione della cultura del vino, dell’olio attraverso il Museo del Vino e il Museo dell’Olivo e dell’Olio di Torgiano, inventati, oltre al nome “Rubesco”, da Maria Grazia Marchetti in Lungarotti, recentemente scomparsa.
(fp)
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