02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024
TREND

M&A: tra 2016 e 2022 nei vigneti italiani 147 transazioni e 2,1 miliardi di euro di valore

Dati Cbre: tra le denominazioni guida il Brunello di Montalcino, per cui sono passati il 16,1% degli affari, seguito da Barolo e Prosecco
BRUNELLO DI MONTALCINO, CBRE, FORUM WINE MONITOR, M&a, TOSCANA, TRANSAZIONI, VIGNETO, Italia
Montalcino e i suoi filari

Il settore vino, e più in generale quello dell’agroalimentare, si scopre sempre più attrattivo, tanto che, in 15 anni (2005-2020), il numero di fondi che hanno effettuato investimenti in ambito agroalimentare sono cresciuti di 15 volte, guidati da 4 trend precisi: fondamentali economico-finanziari delle aziende solidi, crescita della domanda, sostenibilità e nicchie di forte crescita e sussidi al settore. Nel solo settore vitivinicolo, nel 2021, siamo arrivati a 8 miliardi di dollari di operazioni, dall’Oregon all’Australia, dalla Francia all’Italia: un vero e proprio boom, se si considerano gli 1,8 miliardi di dollari del 2021, secondo le stime Cbre, leader mondiale nella consulenza e negli investimenti in commercial real estate, comunicate nel “Forum Wine Monitor” n. 9, da Stefano Baldi, associate director Agribusiness Investment Properties.

A spingere gli investimenti, sono state le opportunità palesatesi nei mercati emergenti, la crescente segmentazione della consumer base e la necessità di diversificare di gestire prodotti, canali e mercati, mentre a frenare le possibilità di una crescita ancora più rapida ci sono inflazione, incremento dei tassi, recessione e consumi fermi in molti mercati. Tra il 2016 e il 2022, l’analisi Cbre ha registrato 147 transazioni superiori ad 1 milione di euro, o realizzate da operatori di rilievo nazionale o internazionale, per 2,1 miliardi di euro transati e una superficie interessata di 12.700 ettari. La variazione del valore delle transazioni tra i filari italiani, tra il 2019 ed il 2021, è stata del +119%: è passata da 226 a 496 milioni di euro, e da 14 a 23 transazioni totali.

Il risultato di questa attività di Mergers & Acquisitions è un processo di consolidamento del settore vino che si evidenzia chiaramente nelle performance delle prime 10 imprese: nel 2011 il fatturato aggregato delle top 10 del vino arrivava a 1,7 miliardi di euro, pari al 17% di tutto il fatturato del vino italiano, mentre nel 2021 il totale ha raggiunto i 3,2 miliardi di euro, ossia il 27% del totale vino (+88%). Ed una dinamica simile si osserva anche nei fatturati dell’export: le prime 10 aziende del vino italiane sommavano 1,1 miliardi di euro nel 2011 (25%), diventati 2,3 nel 2021 (32%), pari ad una crescita del 109%.

In Italia le operazioni si possono dividere in cinque tipologie diverse: acquisizione di vigneti in zone top, acquisizione di trophy assets, acquisizione di quote di imprese imbottigliatrici, separazione propco/opco e acquisizione di cantine ad elevata redditività. C’è chi investe sulla parte operativa e chi su cantine ad elevata redditività, al di là della collocazione geografica e del valore del brand, specie tra gli investitori finanziari. L’acquisizione di azienda risulta di gran lunga la formula più diffusa, sia per numero di operazioni che per valori complessivi. Il 90% delle acquisizioni è operata da investitori italiani, mentre Usa e Francia sono i principali Paesi di provenienza degli acquirenti stranieri, ed il 16% sono investitori finanziari che arrivano da altri settori produttivi.

Gran parte delle transazioni sono sotto i 5 milioni di euro, ma rappresentano una quota limitata dei valori scambiati, e il valore medio delle transazioni raggiunge comunque i 18 milioni di euro. Il 3% delle transazioni nel periodo 2016-2022 ha superato i 100 milioni di euro, e rappresentano il 35% del totale, il 12% si è attestata tra i 20 e i 100 milioni di euro (35%), il 30% tra i 5 ed i 20 milioni di euro (25%) ed il 55% sotto i 5 milioni di euro (5%). Nello stesso periodo, la Regione capace di attirare il numero maggiore di investimenti è stata la Toscana, con il 38% delle transazioni complessive, seguita da Piemonte (19%), Veneto (11%), Sicilia (8%), essenzialmente Etna, Lombardia (7%) e Friuli Venezia Giulia (5%). Se guardiamo, infine, alle denominazioni interessate, al primo posto spicca Montalcino, il territorio del Brunello, per cui è passato il 16,1% di tutte le transazioni, quindi Barolo (8,4%), Prosecco (7,7%), Etna (7,1%), Chianti Classico (6,5%), Bolgheri (5,8%), Amarone della Valpolicella (5,2%) e Barbera d’Asti (4,5%).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli