Lo aveva annunciato il presidente di Cantine Settesoli Giuseppe Bursi nell'ultimo Mandrarossa Vineyard Tour: la cooperativa si sarebbe espansa, sarebbe uscita dalla "comfort zone" di Menfi per accrescere la sua sicilianità. I vini del'Etna recentemente presentati vanno in questa direzione, offrire una gamma sempre più ampia di vini dell'isola secondo il brand Mandrarossa. Non ci sono vigneti acquistati sul vulcano ma l'accordo è stato chiuso con una cantina preesistente, la Scilio presente a Linguaglossa. Sono dunque piccole produzioni, sia per il bianco che per il rosso e, sulla falsariga di quanto era già accaduto per le etichette Terre del Sommacco, anche quelle etnee puntano sullo storytelling: il team della cantina è andato alla ricerca di storie perdute della viticoltura della zona. Ne è emerso un racconto fatto sopratutto dalle donne, le vendemmiatrici del vulcano che lavoravano tutto il giorno con qualche sosta e tra canti di lavoro. Il tratto è affidato ancora una volta all'artista Nancy Rossit che, con uno stile evocativo ed emozionale, riporta sulle etichette un pezzo di storia etnea. Tra i due abbiamo scelto il rosso: fermentazione in acciaio e maturazione in botti di rovere da 50 hl. Bella annata la 2016 che regala un vino delicato nel colore e nei profumi di ribes e frutti rossi e c'è un leggero richiamo alla china. In bocca molto piacevole con tannini svolti e una freschezza davvero lunga ed invitante.
(Francesca Ciancio)
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