La somma dei fattori fa tremar le vene e i polsi, volendo citare il Sommo Poeta - seppur con un filo di plausibile imbarazzo. La Val di Noto e il suo barocco abbacinante, il mar Ionio e il canale di Sicilia nei pressi, una latitudine più a sud di Tunisi, delle temperature medie fra le più elevate d’Europa, l’intento di operare con filosofie e modalità biologiche e biodinamiche, trenta ettari impegnati anche a uliveti e frutteti, una contrada d’appartenenza che già dal nome - Buonivini - mette sull’attenti: serve altro, per lasciar intendere sia le bellezze sia le fatiche a cui è legato Pierpaolo Messina? È lui, infatti, il protagonista di questa viticoltura dai presupposti certamente non facili, ma che il Nostro ha saputo felicemente coniugare alle caratteristiche più pregnanti di quel territorio, nonostante la relativamente giovane attività. Protagoniste del suo operato in vigna le uve autoctone del posto - fatta eccezione per lo Chardonnay e con il Nero d’Avola su tutte - per le quali Pierpaolo è felicemente coadiuvato dall’agronomo Luca Gentile, che ne interpreta mirabilmente pensiero e obiettivi. Si diceva del Nero d’Avola, in primis, di cui l’azienda propone addirittura sette selezioni diverse: il Rosso di Contrada, cosiddetto “vino base” fra queste, arriva da quattro parcelle diverse vinificate separatamente, offrendosi sapido, fresco, fruttato e di beva inarrestabile.
(Fabio Turchetti)
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