Un mito, una leggenda: detto e sottoscritto perentoriamente e senza alcuna retorica, nonostante siano già passati otto anni dalla sua dipartita. Perché Marco De Bartoli è stato un rullo compressore senza eguali, per la rinascita del Marsala e dei suoi territori: a cui ha dato intelligenza, fatica e passione, scontrandosi con chiunque non avesse a cuore quanto lui quello storico vino e mettendo in discussione disciplinari obsoleti ed equivoci legislativi, ambigue modalità produttive e mercantili scorciatoie, massive rese per ettaro e controverse pratiche enologiche. In sintesi tutto ciò - o quasi - che aveva relegato nel limbo un vino che dalla fine del Settecento, invece, aveva conquistato degustatori d’ogni dove. Un rivoluzionario, Marco, rispetto all’immobilismo che permeava fra gli anni Settanta e gli Ottanta anche le anime più nobili impegnate attorno al Marsala. Volendo poi aprire un’ulteriore parentesi, non andrebbe dimenticato l’apporto fornito dal Nostro anche a Pantelleria, l’isola indiretta protagonista del Bukkuram: uno dei più grandi passiti di tutto il Tricolore italico. Marco non c’è più ma la dinastia continua a fare cose egregie, come d’altronde prevedibile ed auspicabile, anche con i bianchi secchi. Come dimostra questo Grappoli del Grillo: riconoscibilissimo nei suoi caratteri iodati, salmastri e agrumati, e costantemente fra i capisaldi enoici del vitigno.
(Fabio Turchetti)
Società Agricola Marco De Bartoli
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