Teresa ha 84 anni e ha fatto ancora su e giù per tra i filari in questa vendemmia. È una donna caparbia: per lei, la vigna è una missione. Suo marito Fiorenzo non c’è più. Amava il Grignolino. Per questo il loro figlio, Marco, ha dedicato loro un’etichetta del vino più testabalorda che esiste in Monferrato. «Fiortere è l’unione dei due nomi di mamma e papà» racconta Marco, classe 1964, quinta generazione di viticoltori a Montaldo Scarampi, un angolo di Astigiano. Nasce in una vigna di 15 anni, prima coltivata a Barbera, ma il terreno calcareo-sabbioso l’ha convinto a piantare Grignolino. L’esposizione è a sud-est, non soffre troppo il caldo e la siccità. Al centro della collina, c’è un antico albero di cachi piantato da nonno Marco. In autunno colora di rosso la cima della vigna ed è un po’ il portafortuna di Marco. L’azienda sono sei ettari, 4 etichette, 15 mila bottiglie e l’idea di piantare un’altra vigna il prossimo anno. Less is more, meno è di più, è la filosofia aziendale. Il suo Fiortere ha profumi intensi di geranio, frutti rossi e melograno. I suoi tannini vivaci chiedono cibi fritti o di buona grassezza. È ottimo con piatti di salmone o merluzzo. Dal 2009 Marco ha scelto di essere vegetariano. Consigliamo di abbinare il tofu fritto in salsa d’aglio. A Marco piace anche d’aperitivo: Grignolino, Aperol, ghiaccio, una spruzzata di soda e mezza fetta d’arancia. Ecco pronto il «Grignolitz».
(Fiammetta Mussio)
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