Prodotto per la prima volta con l’annata 1991, il Trebbiano d’Abruzzo Marina Cvetic Riserva, fu vino pioniere della maturazione in legno piccolo (fa un anno di barrique) del vitigno bianco più significativo dell’Abruzzo. La versione 2020, ottenuto dalle uve dei vigneti delle colline teatine, propone aromi di frutti tropicali, frutta gialla matura, spezie e miele d’acacia. In bocca, il sorso è solido e sapido, dalla progressione ben ritmata dalla freschezza acida e dal finale largo ancora sui frutti bianchi e i toni speziati. Traino per tutto un territorio, il progetto enologico dell’azienda - fondata nel 1981 da Gianni Masciarelli - si snoda sulle quattro province abruzzesi, comprendendo le principali caratteristiche pedo-climatiche della Regione: dalle colline Teramane al clima continentale di Ofena, dai vigneti di Loreto Aprutino a quelli della Provincia di Chieti, dove si trova la cantina. Un progetto che ha fatto scuola, restando uno dei più significativi dell’Italia enoica. Oggi c’è Marina Cvetic, a condurre autorevolmente una specie di piccolo impero del vino, affiancata dalla figlia Miriam Lee: 300 ettari a vigneto, per una produzione media di 2.500.000 bottiglie all’anno. Un portafoglio etichette articolatissimo, a cui nel tempo si sono aggiunti vini importanti, diventati un punto di riferimento, per esecuzione impeccabile e, molto spesso, coerenza con il loro terroir di appartenenza.
(fp)
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