La corazzata del Veneto enoico, guidata da Sandro Boscaini, sta puntando decisamente sui bianchi, con i Lugana Lunatio e Beldosso. Due vini che vanno anche a rinforzare l’offerta delle etichette “ecologiche” aziendali, nell’ambito del progetto “Uve di qualità” del Gruppo Tecnico Masi. Entrambe le etichette interpretano con stile contemporaneo un classico della scuola vitivinicola veronese, ben saldo nella sua componente varietale, il Trebbiano di Lugana, che Masi ottiene da vigneti coltivati nella zona storica di produzione della denominazione, a sud del Garda, tra Verona e Brescia. Il Lugana Beldosso potrebbe essere definito come l’altra faccia del Lunatio. Se il secondo si propone come vino immediato e fragrante, il primo è invece un bianco più complesso, ottenuto da un significativo affinamento in rovere. Al naso è intenso e alterna note di agrumi e frutto della passione, rifinite da vaniglia e cenni affumicati. In bocca, il sorso è denso e avvolgente di buona sapidità e dal finale piacevolmente ammandorlato. Masi collabora con i Conti Serego Alighieri in Valpolicella e con i Conti Bossi Fedrigotti in Trentino. Possiede le tenute a conduzione biologica Poderi del Bello Ovile in Toscana e Masi Tupungato in Argentina. Masi conta su 670 ettari a vigneto per una produzione di 4.300.000 bottiglie e il suo patron, Sandro Boscaini, riveste attualmente la carica di Presidente di Federvini.
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