Decisamente nitido e fruttato al naso il Massetino 2019 che inserisce nel suo bagaglio aromatico anche tocchi balsamici, liquirizia, macchia mediterranea e spezie. Articolata la bocca, morbida, suadente e polposa, dai tannini risolti e dal frutto pieno e succoso, fino ad un finale pieno e avvolgente. In principio fu la Tenuta dell’Ornellaia a produrre il Masseto. E sappiamo tutti cosa è successo. Oggi Masseto è una tenuta a sé stante e un progetto autonomo. Il luogo che lo simboleggia è minimale, un opificio dove niente è lasciato al caso e dove predomina il cemento e il rovere. La cantina è posta al centro dei 13 ettari di vigneto (per 33.000 bottiglie complessive) da cui storicamente nasce il sontuoso Merlot in purezza, capace di contenere la storia della Tenuta dell’Ornellaia e di amplificarla con il suo inconfondibile carattere e le sue quotazioni stellari. Con accenti lievemente diversi, evidentemente: per esempio, l’uso del legno è quasi prevalentemente nuovo (solo barrique) e la vinificazione viene effettuata soltanto in cemento. Ma non solo. Ad affiancare il “grand vin” è arrivato anche il “second vin” di casa, il Massetino (prima annata prodotta la 2017), oggetto del nostro assaggio ed ottenuto non dai vigneti più giovani, come spesso accade in questo tipo di vini, ma dalle uve che al tavolo di cernita non sono state ritenute all’altezza per la produzione del fratello maggiore.
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