La cantina Mastrojanni venne fondata dall’avvocato Gabriele Mastrojanni che rilevò le tenute di San Pio e Loreto, nel 1975. L’azienda, posta nell’areale di Castelnuovo dell’Abate ed affacciata sulla valle che divide Montalcino da Rocca d’Orcia, è riuscita, da allora, a scrivere un bel pezzo di storia del Brunello, grazie ad etichette, uscite agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso, riconosciute da subito sopra la media. Oggi, è costituita da 40 gli ettari a vigneto di proprietà per una produzione di 170.000 bottiglie, con i Brunello ottenuti dai vigneti Schiena d’Asino (dai terreni a prevalenza sabbiosa) e Loreto (a prevalenza tufacea), a rappresentarne le punte di diamante del suo portafoglio etichette. Dal 2008, Mastrojanni è passata al Gruppo Illy - mentre la famiglia Mastrojanni ha ricominciato da poco a produrre vino in Val d’Orcia, con l’azienda La Nascosta - ma, alla fine del 2022, la cantina è stata rilevata per intero da Francesco Illy, già produttore di Brunello con Podere Le Ripi. Il Brunello di Montalcino 2019 affina in legno medio e grande. Al naso, i profumi sono soprattutto quelli della prugna e dei frutti di bosco maturi, con cenni di cedro, sottobosco, tabacco e spezie a fare da rifinitura. In bocca il sorso possiede profilo tannico fitto, che ne caratterizza la struttura tendenzialmente solida, continuità sapida e finale largo e intenso, dai ritorni fruttati e speziati.
(fp)
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