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MATRIMONIO IN VISTA TRA FINANZA E VINO? A CONVEGNO L’11 NOVEMBRE A MILANO BORSA ITALIANA, PRODUTTORI E ESPERTI

Italia
Blue chips del vino italiano

Vino & finanza, un matrimonio di cui da tempo si parla, e che ora potrebbe vedere un primo importante passo in avanti per la sua concreta attuazione: l’11 novembre (ore 15) alla Borsa Italiana Spa a Milano (Palazzo Mezzanotte - Piazza degli Affari, 6) convegno “Finanza & vino”. Tanti gli esponenti della finanza italiana ed i più noti produttori del nostro Paese che parteciperanno: dall’amministratore delegato della Borsa Italiana Massimo Capuano a Vittorio Frescobaldi, dal presidente dell’Unione Italiana Vini Ezio Rivella a Gianni Zonin, da Piero Mastroberardino a Christian Roger, general manager di “Vino & Finanza”, da Matteo Cordero di Montezemolo della Montezemolo & Partners a Rolando Chiossi, amministratore delegato di Gruppo Italiano Vini (Giv), da Martino de Rosa, presidente Wiish Group a Marco Perelli-Cippo, chief executive officer del gruppo Campari, da Stefano Romiti, Managing Partner, Deloitte Financial Advisory Services, Deloitte a Claudio Ciastellardi, amministratore delegato di Emprimer, da Jean-Pierre Ferretjans, Société Générale Asset Management, a Henry Corbel, directeur de Grand Crus Investissement, Crédit Agricole. Non mancheranno giornalisti del calibro di Davide Paolini de “Il Sole 24 Ore” e Paolo Panerai, direttore-editore di “Milano Finanza”.

Gli argomenti affrontati nel convegno (con gran finale nella degustazione condotta dal giornalista del “Gambero Rosso”, Marco Sabellico) riguarderanno l’evoluzione e l’analisi finanziaria del settore vinicolo in Italia, l’esperienza con i prodotti finanziari (bilancio passato e prospettive future), il settore vitivinicolo e l’apertura al capitale, il tema visto dal punto di vista dell’investitore.

La Borsa Italiana Spa aveva prospettato, già negli scorsi mesi, la possibilità di quotare prodotti finanziari legati al vino italiano di qualità: l’obiettivo sarebbe quello di rendere disponibili prodotti finanziari che soddisfino da una parte i produttori, consentendo loro di reperire risorse in modo alternativo, dall’altra gli investitori, che avrebbero così l’opportunità di effettuare investimenti oggi difficilmente accessibili. Ad oggi in Italia esistono solo prodotti non quotati, emessi dalle cantine o dalle banche. Il valore aggiunto della quotazione è indiscutibile. Innanzitutto consente la creazione di un mercato secondario, e dunque la possibilità di liquidare l’investimento; inoltre, fornisce una formidabile vetrina, rendendo accessibile il prodotto ad un numero ampio e diversificato di investitori, anche esteri. Ma non mancano le difficoltà nel creare questo tipo di prodotti: basti pensare all’esempio della Borsa di Parigi, dove non è mai completamente decollato il future “Winefex”, costituito su un basket di etichette di Bordeaux.

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