Carla Maugeri, architetto, animata dalla passione che la contraddistingue, decide nel 2015, insieme alle sorelle Michela e Paola, di ritornare alle enoiche origini familiari. Nel palmento dell’Ottocento che sto guardando ora, negli anni ‘70 si produceva vino. “Poi si è persa la strada - racconta Carla, dagli occhi decisi e dai modi raffinati e gentili - ma abbiamo voluto ricominciare”. Reimpiantano così vigneti a Carricante, Nerello Mascalese e Catarratto. Camminiamo insieme sotto il sole di Milo mentre ci mostra i 7 ettari terrazzati con i muretti a secco di pietra lavica, che delineano le curve di livello. Tra gli alberelli, una vegetazione colorata, tra il giallo del Guado e il viola della Verbena, a sottolineare la biodiversità che regna in quest’angolo di paradiso condotto in regime bio. Siamo a 700 metri di altezza su suoli vulcanici sabbiosi nella zona est del vulcano, nell’unico comune che può fregiarsi della tipologia superiore per l’Etna bianco. Passiamo davanti al vigneto Frontebosco e poi andiamo ad assaggiare godendoci la vista sul mare. “Il palmento verrà presto ristrutturato - spiega Maugeri - per l’accoglienza, con sala degustazione e stanze per il pernottamento”. Piace tornare al Contrada Volpare 2020, prima annata prodotta, per cogliere le note agrumate e di erbe aromatiche affiancarsi ai sentori fumé. Il sorso si è fatto più profondo e complesso pur mantenendo una vibrante tensione.
(Alessandra Piubello)
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