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MEDIOBANCA FA L’ANALISI AL VINO ITALIANO … IN AUMENTO LA REDDITIVITA’ DELLE AZIENDE

Italia
Blue chips del vino d'Italia

Da un’ultima indagine della famosa banca d’affari Mediobanca (che ha analizzato 51 aziende rappresentative del 29% della produzione), nel mondo vitivinicolo italiano si evidenziano aspetti interessanti.

Il canale più importante per le vendite, in Italia, è la grande distribuzione con il 37,3%, seguono l’horeca (alberghi, ristoranti, caffè) con il 15% e le enoteche e winebar con l’8%. Diversa, invece, è la situazione per i grandi vini (prezzo superiore ai 25 euro), dove troviamo l’horeca con il 42,9% del fatturato, a seguire le enoteche ed i winebar con il 36,3% e la grande distribuzione come fanalino di coda, con il 4,3%. Da quanto appena detto è fin troppo facile dedurre che i vini di un certo pregio, necessitano ancora della vendita assistita, ovvero del contributo indispensabile di colui (enotecario, sommelier …) che è sempre disponibile a soddisfare le curiosità del consumatore o dargli il giusto consiglio. Per l’export, invece, è sempre fondamentale il ruolo dell’intermediario/importatore (79,3 % dell’export, che sale all’81% per i grandi vini).

Sulla qualità c’è da notare come sia divenuta l’arma vincente di questi anni, tant’è vero che a fronte di una riduzione della superficie vitata, dovuta all’estirpazione dei vitigni destinati alla produzione dei cosiddetti “vini comuni” (dai 900.000 ettari del 1990 agli 800.000 del 2001), accompagnata dalla diminuzione delle aziende con vite (-35% sul 1990), abbiamo assistito ad un aumento dei vini doc e docg (+65% sul 1990). Ma alla crescita della qualità si è anche accompagnato un aumento della redditività dell’aggregato (la qualità paga sempre, ndr): il volume degli utili è aumentato del 10% nel 2001 sul 2000. Bisogna dire, pero, che c’è stata una diminuzione del rapporto tra rendimenti e capitale in vestito (Roi, dall’11,8% all’11,2%) e di quello tra i rendimenti ed il patrimonio netto (Roe, da 11,3% a 10,8%). Questo perché ad un incremento degli investimenti e del valore aggiunto, non si è accompagnata una pari espansione del fatturato.

Mediobanca quindi parla di un “2002 in crescita dell’8% per il fatturato (rispetto al 6% del 2001) e un’aspettativa positiva per il 2003”. Ma il dato più incoraggiante è, però, la performance del quinquennio 1997-2001 sulle principali società industriali italiane: il Roi, nel ’97, è stato inferiore di 2,4 punti sul settore industriale (9,3 contro 11,7); nel 2001 il rapporto si è invertito (11,2 contro 8,8). E’ bene sottolineare, anche, che le aziende aggregate, negli ultimi 6 anni, hanno creato 672 nuovi vini: il numero dei vini doc e docg è aumentato del 18%, quello degli igt del 25% ed i grandi vini dell’80%.

L’investimento in pubblicità si attesta sul 3% del fatturato, ma può toccare punte del 10% e si concretizza in un investimento per ogni etichetta, che può andare dai 10.000 ai 600.000 euro.


Max Savelli

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