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MENO COSTI PIU’ SEMPLIFICAZIONE, RIORGANIZZAZIONE DEI CONSORZI DI TUTELA, DIFESA DELLA QUALITA’, VALORIZZAZIONE DELLE DOC: ECCO I “PUNTI CHIAVE” PER IL RILANCIO DEL VINO ITALIANO PER LA CIA-CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI

Meno costi più semplificazione, riorganizzazione dei Consorzi di tutela, difesa della qualità e valorizzazione delle denominazioni d’origine: sono questi i “punti-chiave” della proposta della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori per rilanciare e potenziare il vino italiano sia a livello nazionale che nel mondo, ieri nel Forum “Vino: rinnovare i Consorzi di tutela, rafforzare il sistema dei controlli”, di scena ieri all’Enoteca Italiana di Siena.

Secondo il presidente Cia Giuseppe Politi, occorre “puntare l’accento sulla necessità di un forte rinnovamento nelle funzioni (programmazione produttiva, promozione, marketing), nell’organizzazione e nel sistema di governance dei Consorzi di tutela. Si tratta di valutare eventuali interventi legislativi o se è sufficiente fare riferimento all’esistente relativo alle Dop e Igp. In ogni caso - prosegue Politi - come Cia lanciamo una vera e propria campagna su tutto il territorio per la riorganizzazione dei Consorzi, a partire dal ruolo e dal peso degli agricoltori. L’obiettivo di fondo rimane quello di farne degli strumenti interprofessionali”.

Sui sistemi di controllo, sono da evidenziare la sovrabbondanza e la sovrapposizione delle procedure e degli adempimenti da parte degli agricoltori e delle cantine: per questo, secondo la Cia, occorre una maggiore semplificazione e un valido snellimento, anche per ridurre i costi che alla fine pesano sui produttori vitivinicoli; e, in questo contesto, possono avere un ruolo importante sia gli Enti locali che le Camere di Commercio.

Per la Cia, le denominazione d’origine sono un aspetto importante e vanno, quindi, assolutamente tutelate: in questo modo non si valorizza solo il territorio, ma anche il “saper fare” dei produttori. Sempre in questo ambito, secondo la Cia, va affrontato in maniera adeguata il problema della certificazione delle Dop e Igp (Docg, Doc, Igt). Il giudizio Cia sul riavvicinamento dei diversi precedenti sistemi è positivo, ma occorre valorizzare gli elementi positivi accumulati nel tempo con la precedente esperienza.

Sul valore della terzietà degli organismi di controllo, occorre evidenziare l’esperienza delle altre Dop (carattere interprofessionale di Ipq, Ineq ) che può essere un modello da utilizzare, e la Confederazione Italiana Agricoltori si dichiara disponibile ad impegnarsi in questa direzione. Secondo la Cia, è evidente che bisogna comunque immaginare un sistema pluralistico con più soggetti e modelli (organismi privati, pubblici, interprofessionali, di derivazione dei Consorzi ...). Questo pluralismo può rappresentare anche uno stimolo all’efficacia ed alla riduzione dei costi. Allo stesso tempo, però, si può determinare una situazione di confusione e di conflitto che non gioverebbe al sistema.

La Cia esprime inoltre un giudizio sostanzialmente positivo sulla recente riforma Ocm, pur nella consapevolezza di rigidità ed a volte non aderenza alle specificità del sistema italiano, e sottolinea come sia fondamentale sciogliere la questione relativa all’accreditamento degli organismi di certificazione. L’orientamento della Confederazione, infine, è stato finora favorevole al sistema Sincert, anche se è in corso un dibattito nelle diverse filiere sull’alternativa di affidare tale compito all’Icq: il problema, comunque, a giudizio della Cia, deve essere risolto.

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