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MIWINE - UNIONE ITALIANA VINI: NEL 2003 L'ITALIA BATTE LA FRANCIA SUL MERCATO USA, MA PREME IL "NUOVO MONDO"

Italia
Le etichette francesi stanno perdendo terreno su quelle italiane

Sul cruciale mercato statunitense, il più redditizio, nel 2003, l'Italia ha battuto la Francia non solo come quantità di vino esportato, ma anche come valore (822 milioni di dollari). I nostri produttori hanno conquistato il 32% del mercato Usa, contro il 28% detenuto dai cugini d'Oltralpe. Avrà influito anche il boicottaggio dei prodotti francesi per la mancata partecipazione alla guerra in Iraq, ma é un "ottimo segnale", afferma l'Unione Italiana Vini (Uiv), che, insieme a Fiera Milano, dal 14 al 16 giugno a Milano, propone la fiera del vino MiWine.

"C'é però - aggiunge il presidente Uiv, Ezio Rivella - anche un dato preoccupante nella classifica delle vendite negli Stati Uniti. L'Australia è ormai il terzo incomodo, con la conquista del 22% del mercato Usa. Il pericolo sui mercati mondiali per l'Italia non è più tanto la Francia, ma questi Paesi emergenti, come Cile, Argentina, Sud Africa e altri ancora che arriveranno. Spesso non hanno disciplinari (cioé le ferree leggi "interne" cui in Europa bisogna sottostare per poter etichettare un vino con i nomi più famosi e riconoscibili, ndr) e hanno estensioni di terreno immense, che potranno convertire in pochi anni alla coltivazione della vigna". Hanno anche tanto sole, terreni adatti alla nascita di grandi "cru", costo del lavoro spesso assai inferiore a quello europeo. Ma, per il momento, le cose sul mercato del vino vanno bene.

Secondo le sensazioni raccolte tra i produttori che stanno arrivando a Milano per il Miwine, dopo l"ubriacatura degli anni Novanta e i primi anni Duemila, quando il mercato assorbiva quasi ogni proposta, il pubblico sta selezionando molto di più e quindi premia chi ha fatto gli investimenti migliori. La conferma viene ancora dall'export: i dati dicono che, per la prima volta, nel 2001, con la conferma del 2002 e 2003, l'export italiano dei vini in bottiglia (di migliore qualità e più redditizio) ha superato quello dei vini sfusi. La pressione dell'Australia è comunque evidente, non solo negli Stati Uniti. L'anno scorso le etichette australiane hanno aumentato l'export mondiale dell'11,5% in quantità e del 6,1% in valore. Più in generale, negli ultimi dieci anni le importazioni in Europa dai Paesi non aderenti all'Unione si sono più che triplicate: da 2,7 a 9,1 milioni di ettolitri.

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