L’azienda della famiglia Cottini, Diego, sua moglie Annalberta e i figli Michele e Mattia - 150 ettari a vigneto in biologico per una produzione di 1.000.000 di bottiglie - ha saputo trasformarsi da piccola enclave familiare a moderna azienda vitivinicola, dividendo la sua produzione tra i classici rossi della Valpolicella e i bianchi di Lugana. Si tratta di una realtà produttiva dalle solide radici in questi areali, che ha trovato la sua svolta tutta all’insegna della vitivinicoltura negli anni Cinquanta del secolo scorso, grazie a Raffaello Cottini. Ma, per venire alle vicende aziendali più recenti, è stato Diego Cottini ad imprimere l’accelerazione decisiva alla proprietà di famiglia, consolidandone l’attuale assetto, che ruota attorno alla cantina di Caprino Veronese, quella di San Pietro in Cariano e al fruttaio di Tregnago. I vini si contraddistinguono per uno stile moderno, declinato su un portafoglio etichette ben eseguito, che non disdegna anche qualche digressione su vini di libera interpretazione, ottenuti da vitigni internazionali. Come nel caso delll’Oltremonte. Sauvignon Blanc in purezza, prodotto dalle uve dell’omonimo vigneto della Tenuta di Caprino, che passa sei messi sulle proprie fecce fini. La versione 2022 profuma di salvia, peperone, pesca matura e agrumi. In bocca il sorso è morbido e continuo, dallo sviluppo ampio e dal finale ben profilato su ritorni fruttati e vegetali.
(fp)
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