Il Morellino di Scansano è denominazione quanto mai variegata: vigne che si spingono nelle adiacenze della costa maremmana, altre che risalgono a centinaia di metri sul livello del mare. La conseguente varietà di microclimi e composizioni dei suoli è facilmente intuibile. Inoltre, la copiosa possibile aggiunta di vitigni internazionali crea una iato tra la ruspante nervosità di alcuni Sangiovese più “diretti” e l’ambiziosa struttura di selezioni dal legno importante. Ma qualcosa sta cambiando: l’equazione “immediatezza di frutto=rusticità” viene smentita da vini più eleganti e profondi, senza niente perdere della consueta piacevolezza di beva. Milena Cacurri, produttrice appassionata se ce n’è una, lo dimostra con questa etichetta che si fa beffe del torrido 2017. Sfrutta con cura certosina suoli ben drenanti, di tessitura composita e magnificamente esposti, per mantenerne l’espressione. All’ovvia vendemmia manuale segue la doppia selezione degli acini all’arrivo nella nuova cantina, dove si lavora per gravità e si fermenta e si affina in tini di cemento. Così al naso gli attesi sentori di frutta matura deliziosamente si arricchiscono di fragranti note floreali; il palato le ripresenta tutte, appoggiate su un tannino filigranato e una spina dorsale sapida che ariosamente ne distendono lo sviluppo. Davvero un bel bere, che dimostra che l’immediatezza non deve essere sinonimo di banalità.
(Riccardo Margheri)
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