È stata una delle notizie-bomba del mondo enoico, almeno per quanto concerne l’anno passato. Ci riferiamo all’acquisto, da parte di Roberto Conterno, della storica azienda fondata da Luigi Nervi nel 1905, già una decina d’anni fa passata di mano ad una cordata di imprenditori norvegesi capitanata dal loro maggiore azionista societario, Erling Astrup: innamoratosi di quelle vigne e dei luoghi circostanti durante le sue vacanze sciistiche sul Monte Rosa. L’arrivo in loco del maestro del Monfortino, il Barolo di cui è davvero inutile anche solo provare a sintetizzare le glorie passate e presenti (nonché sicuramente future), non ha implicato cambi palingenetici in cantina, essendo anche i suoi predecessori artefici di vini dal passo meditato e lungimirante (fra l’altro con meritati riscontri internazionali). Immutata quindi la parte viticola, costituita da ventisette ettari, alla fine del 2018 si è invece iniziato a ristrutturare completamente i locali di vinificazione e di affinamento: aggiornandoli ai tempi anche sotto l’aspetto strumentale e tecnologico. Caposaldo aziendale, senza voler nulla togliere ai blasonati cru (Molsino e Vigna Valferana), rimane il Gattinara cosiddetto “base”, speziato e balsamico, ma dal fruttato intonso: marcato soprattutto da ricordi di arancia rossa, ribes e sottobosco. In bocca risulterà elegantemente sapido: fresco, ma profondo e dal nobile tannino.
(Fabio Turchetti)
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